Il mistero dell’assassinio del 54enne marocchino Hadraoui M’Saad si infittisce. Per ora agli arresti è il rocchese Gerardo Palumbo
Dovranno essere i Ris di Roma a chiarire un nuovo particolare emerso dalle indagini sull’omicidio di Hadraoui M’Saad, 54enne marocchino residente da decenni a Castel San Giorgio, trovato cadavere il 31gennaio scorso e per il cui delitto è in carcere, da oltre un mese, il ragioniere rocchese Gerardo Palumbo.
I Ris di Roma, domani, effettueranno degli accertamenti su alcuni reperti, perlopiù frammenti di vetro e tamponi con tracce ematiche recuperate sul sedile e nel cofano della Smart di proprietà del presunto omicida. Ma all’esame dei carabinieri specializzati in investigazioni scientifiche ci sono anche alcuni frammenti di vetro insanguinati rinvenuti sull’area di sosta dell’autostrada A16 all’altezza di Casalnuovo, in direzione Napoli.
L’IPOTESI DA VERIFICARE
È qui che potrebbe essere stato ucciso il marocchino, il cui corpo privo di vita, sarebbe poi stato trasportato in auto fino a Castel San Giorgio per poi lasciarlo coperto di vegetazione e alcuni bustoni dell’immondizia e occultato lungo i tornanti che conducono all’Eremo di Santa Maria a Castello, sulla collinetta di Trivio, nella tarda mattinata del 29 gennaio.
Il cadavere fu ritrovato due giorni dopo il delitto, nel pomeriggio del 31 gennaio scorso, da un gruppetto di ragazze di Casali di Roccapiemonte che, complice la bella giornata di sole, erano salite sull’eremo. Scendendo, la loro attenzione fu attirata da una vistosa macchia di sangue su di una piccola piazzola.
IL RITROVAMENTO
Qui le studentesse, seguendo la scia, sotto un cumulo di rifiuti, fecero la macabra scoperta. La denuncia della scomparsa del marocchino residente a Castel San Giorgio da circa 30 anni, era stata già presentata dalla moglie ai carabinieri di Castel San Giorgio nella mattinata del 30 gennaio. La donna aveva anche raccontato ai militari che il marito, lunedì 29 gennaio, era uscito presto di casa con Gerardo Palumbo per andare in aeroporto a Napoli e di qui raggiungere Marrakech.
Sempre la donna aveva rivelato ai carabinieri del giro di permessi di soggiorno e contratti di lavoro fasulli, gestito proprio dal marito e dall’amico. La sera stessa del ritrovamento del cadavere, Palumbo venne tratto in arresto con l’accusa di omicidio aggravato dalla premeditazione. Il 64enne rocchese, difeso dall’avvocato Marco Martello, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Le prove a suo carico, da subito sono apparse schiaccianti, anche se con dei punti bui.
LE VIDEORIPRESE
Le immagini di una telecamera di videosorveglianza privata immortala il passaggio della Smart guidata da Palumbo nella giornata di lunedì 29 gennaio proprio all’imbocco della stradina che conduce al luogo del ritrovamento del cadavere.
L’auto viene vista salire alle 11.53 e scendere dopo 10 minuti, un lasso di tempo effettivamente esiguo per commettere un omicidio ed occultare il cadavere. Anche le esigue tracce di sangue rinvenute nella Smart non facevano pensare ad un delitto commesso nel piccolo abitacolo della macchina biposto.