Ampliata area scavi di Pompei, inclusi diversi comuni vicini. Tagliata fuori Nocera

Al via la rigenerazione archeo-urbanistica, progetti per oltre 100 milioni di euro e scavi più estesi

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Nell’ottica di una città antica senza confini col territorio. Fuori da questa visione le due Nocera e l’antica città di Nuceria, nata prima di Pompei.

Una Pompei più grande, insieme a comuni vicini, nell’area definita Buffer Zone. È questo l’ampliamento del parco archeologico che in futuro vedrà crescere la Pompei antica e la Pompei moderna. Scafati, Torre Annunziata, Boscoreale, Castellammare di Stabia, Terzigno, Lettere, Poggiomarino, le città che godranno di questa estensione. Non c’è in questo progetto Nuceria, le due Nocera e l’Agro nocerino, cioè la città di epoca romana nata prima di Pompei.
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Tagliata fuori, quindi, Nuceria. Probabilmente la politica nocerina e le azioni amministrative del territorio non hanno saputo realizzare un progetto simile, una sorta di Buffer Zone che comprendesse almeno l’area della storica Nuceria Paganorum. Sindaci spesso contro (come per la costituzione di una azienda speciale per il pdz, oppure, la gestione dei rifiuti), divergenze che sono il sintomo della divisione dell’Agro, che non riesce nemmeno a riunificare le due Nocera.
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Mentre nell’Agro si litiga, c’è chi beneficia della visione comprensoriale. “Se il parco archeologico – si legge nella nota stampa – va sempre più verso un approccio urbanistico in termini di servizi e pianificazione dei lavori, i comuni della Buffer Zone possono essere concepiti come parte integrante di un grande parco archeologico diffuso, con tante presenze archeologiche sui loro territori. Come la città antica era parte di un paesaggio culturale, anche oggi non ci dovrebbero essere confini rigidi tra dentro e fuori. Nel 2023 l’UNESCO ha approvato la nuova Buffer Zone di Pompei, Ercolano e Oplonti che comprende 11 comuni: Portici, Ercolano, Torre del Greco, Torre Annunziata, Boscoreale, Boscotrecase, Terzigno, Trecase, Pompei, Scafati e Castellammare di Stabia.

Su proposta del Ministro della Cultura, Pompei è nella legge di bilancio dello Stato di quest’anno, dove è prevista una “una campagna di scavi archeologici a Pompei e negli altri parchi archeologici nazionali”. Attualmente abbiamo 28 cantieri di restauro, accessibilità e messa in sicurezza in corso, 11 altri sono in fase di avvio, altri ancora in progettazione, per un importo complessivo in programmazione di 100 milioni di Euro*. Di questi, 9 sono attualmente i cantieri che comprendono attività di scavo stratigrafico, per lo più per ragioni di miglioramento delle condizioni di conservazione e tutela del patrimonio già emerso. Ciò significa che attualmente si sta scavando su un’area mai raggiunta come superficie dalle grandi campagne degli anni ’50 del Novecento: 9000 mq”.

Insomma, grandi numeri per Pompei e la sua Buffer Zone, mentre per Nuceria e la sua “Buffer Zone” nulla all’orizzonte: solo il vuoto.
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Attualmente, oltre alle continue ed indispensabili attività di monitoraggio, gestione, manutenzione ordinaria e programmata costante ed estensiva dei siti, abbiamo 28 cantieri di restauro e messa in sicurezza in corso, altri 11 sono in fase di avvio, per un importo complessivo in programmazione di 53,60 milioni di Euro (per gli interventi in corso) e 11,00 Milioni di Euro (per i cantieri di prossima apertura) per complessivi circa 65 milioni di Euro impegnati su 39 interventi, finanziati per circa il 50% con fondi Legge 190, fondi PON Cultura e Sviluppo 2014-2020 e fondi ex CIPE.

Oltre alla programmazione ordinaria, che per il triennio 2024-2026 prevede un investimento complessivo di circa 25mio di Euro, il Parco gestisce anche diverse altre fonti di finanziamento impiegate per gli interventi sul patrimonio monumentale del Parco per complessivi ed ulteriori 11,6 MLN € (Fondi PNRR e Fondi CISS Pompei Vesuvio Napoli).

Complessivamente, per il futuro del Parco Archeologico di Pompei sono già in campo oltre 100 Milioni di Euro.

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