125 reperti archeologici sequestrati ad Angri, nei guai avvocato

I carabinieri del Nucleo tutela del patrimonio culturale hanno affidato la collezione privata al museo di Castellammare di Stabia

Un avvocato Vesuviano aveva 125 reperti archeologici in una casa ad Angri e sosteneva che fossero dei suoi avi, ma per i carabinieri della Tutela del Patrimonio culturale e la procura di Torre Annunziata non aveva una documentazione valida e la collezione è stata sequestrata. I militari del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Napoli hanno sequestrato, infatti, 125 reperti archeologici di particolare pregio, tra cui vasellame decorato, statuette fittili, utensili e oggetti ornamentali databili tra il IX sec. a.C e il I sec. d.C., ascrivibili in gran parte all’area campana, e 64 monete in oro, argento e bronzo databili tra il III sec. a.C. e il VII sec. d.C.

LA PROVENIENZA DEI REPERTI
I reperti più antichi potrebbero probabilmente arrivare da necropoli della Valle del Sarmo, presumibilmente tra San Marzano sul Sarno, Sarno, Poggiomarino e Palma Campania, altri proveniente comunque dall’area campana.

LE INDAGINI
L’operazione è stata condotta dai militari dell’Arma specializzati nella tutela dei beni culturali capeggiati dal maggiore Massimiliano Croce che hanno operato d’intesa con la procura di Torre Annunziata anche alle porte della penisola Sorrentina.
I reperti archeologici e le monete sono ritenute dall’autorità giudiziaria riconducibili allo Stato, poiché si è trattato di beni archeologici per i quali il professionista ha fornito delle ricevute che avrebbero attestato, a suo dire, il possesso per eredità familiare almeno da tre o quattro generazioni, ma per i magistrati non è stato provato con documenti idonei l’acquisizione tramite atto pubblico prima del 1909, anno dell’entrata in vigore della legge 364 che attribuisce allo Stato la proprietà di qualsiasi oggetto di interesse culturale ritrovato nel sottosuolo o sui fondali marini.


ORA SARANNO VISIBILI A TUTTI, ECCO DOVE

I reperti sono stati affidati al Museo Archeologico di Stabia “Libero D’Orsi” a Castellammare di Stabia, sotto l’egida del Parco Archeologico di Pompei che, nella rinnovata area museale, li tutelerà e li valorizzerà.

IL FENOMEMO
Purtroppo, in aree come quella Valle del Sarno, in particolare nell’Agro nocerino e nella zona compresa tra Pompei, Torre Annunziata e Castellammare di Stabia, come nel Nolano sono moltissimi i ritrovamenti di reperti archeologici che fanno parte di corredi funebri e spesso sono di ingente valore. Reperti che vengono trattenuti da collezionisti pur essendo di proprietà dello Stato o, peggio ancora, alimentano il mercato illegale finendo perfino a privati o a musei all’estero.
Ai carabinieri sono giunte le congratulazioni di Antonella Caroli, presidente nazionale di Italia Nostra.

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