Finito nell’inchiesta sullo spaccio. Gli altri provvedimenti del Gip sulle indagini sul clan Federico Di Paolo
Era ricercato da giorni ex agente della polizia penitenziaria di Scafati arrestato nell’ambito dell’inchiesta sul neo clan Federico Di Paolo. Trovato nella sua città dai carabinieri, il 56enne Vincenzo Orlando, per 30 anni nella Penitenziaria e già arrestato per favori ai clan D’Alessandro nel carcere di Poggioreale. Nell’inchiesta dei giorni scorsi, non è indagato per appartenere al clan ma sarebbe stato diretto collaboratore di spacciatori, avendo confezionamento lo stupefacente e consegnato dosi anche a domicilio degli assuntori. Nelle prossime ore, assistito dall’avvocato Gennaro De Gennaro, sarà interrogato dal Gip del tribunale di Salerno che su richiesta della Dda lo ha posto agli arresti in carcere.
Nelle scorse ore, il Gip ha confermato molte delle misure cautelari dell’inchiesta sul nuovo clan Federico-Di Paolo con base a Scafati, tranne per quattro indagati. Il 34enne Yves Improta di Scafati, assistito dall’avvocato Gennaro De Gennaro, infatti, è stato liberato: il suo difensore ha dimostrato che ormai da tempo non aveva a che fare che quel contesto né con quello di parenti e si era trasferito in un altro paese.
È passato dal carcere ai domiciliari, il 39enne Eduardo Faiella: assistito dall’avvocato Roberto Acanfora, la sua condotta è stata considerata occasionale. «Quando un magistrato ha il coraggio di rivalutare la propria stessa Ordinanza vuol dire che c’è speranza per l’intero sistema giustizia – affermato l’avvocato Acanfora -. Felice per Faiella che potrà attendere con maggiore serenità gli sviluppi del Procedimento». Lo stesso è accaduto per 53enne Michelangelo Aquino di Scafati, ristretto ora in casa, assistito dall’avvocato Antonio Usiello.
Anche Gianluca Tortora dal carcere è stato posto ai domiciliari fuori zona: difeso dall’avvocato Andrea Manzillo, perché il Gip ha ritenuto che gli arresti in un’abitazione lontano da Scafati fossero idonei a compendiare le esigenze cautelari.
I carabinieri del Reparto territoriale di Nocera Inferiore, al comando del tenente colonnello Gianfranco Albanese, e del Vesuviano sono alla ricerca degli altri tre che si sono sottratti alla misura cautelare alla quale, tra gli altri uno dei due capoclan, Dario Federico, 49enne di Boscoreale che si presentava come «Dariuccio di Pompei», e con lui altri quattro dell’area torrese.