Le reflessioni in vista dell’appuntamento elettorale
A quattro mesi dal commissariamento del Comune di San Marzano Sul Sarno, la politica locale resta nella totale empàs. È vero ci sono ancora circa 4 mesi per organizzare liste e soprattutto per trovare accordi utili che riescano a fare sintesi sui candidati sindaco. Ma il tempo scorre, le parole vanno al
vento, i veti pure e i marzanesi restano confusi e rischiano di restare male amministrati dopo decenni di inefficienza assoluta.
INCONTRI Su INCONTRI
Le solite riunioni senza frutti, i caffè, le telefonate notturne, le chiacchiere del sentito dire. C’è chi prepara il programma elettorale, chi lo tiene pronto da anni, chi ha proposte di sviluppo ma non le conosce nessuno, chi ha amministrato e fa fatica a ricordarsi di un progetto realizzato, chi cerca alleati disperatamente, chi spera di poter essere contattato da altri per poter fare il candidato sindaco.
COSA C’È DIETRO
La verità è un’altra. I piccoli paesi, le piccole cittadine non ha più senso di esistere nella loro autonomia. Molti dei servizi, già da alcuni anni, sono consorziati, esternalizzati a privati o gestiti in associazione con altri Comuni. I segretari comunali hanno più sedi. I dirigenti, quelli bravi, vengono corteggiati dai grandi comuni e poi scappano. Cosa resta ai paeselli? Nemmeno più l’identità della patronale ne della squadra di paese.
L’AMARA COSTATAZIONE
Qualche anno fa si cercavano i giovani da spendere nelle liste con l’obiettivo di svecchiare e comunicare un “cambiamento possibile”. Poi abbiamo cercato il sindaco “donna”, perché era top trend. E oggi? Forse fa figo candidare un cittadino immigrato che possa essere rappresentante dell’integrazione nella comunità, di quegli immigrati lavoratori che sono di vitale importanza per le imprese del territorio dal comparto edile a quello agricolo, allorquando i giovani italiani non vogliono più fare determinati mestieri duri e logoranti.
LE ASPETTATIVE TRADITE
La prossima primavera i marzanesi saranno chiamati a rinnovare il sindaco e il consiglio comunale dopo le dimissioni di 9 consiglieri dalla loro carica che ha portato il Prefetto di Salerno a commissariare Palazzo di città.
Questo piccolo paese è fermo a 20 anni fa. Le ultime opere finanziate e poi realizzate risalgono alla prima amministrazione di Franco Grimaldi come le strade cittadine, la riqualificazione di parte dei cortili del centro storico, la caserma dei carabinieri, le opere di collettamento delle acque, lo sviluppo urbano e edili con decine di pratiche edilizie, la scuola materna di piazza Amendola. Negli ultimi 15 anni ricordiamo i lavori su largo De Gasperi e piccoli interventi nella viabilita urbana messi a segno da Annunziata prima e da Zuottolo poi. Poco e niente, diremmo.
LE ATTESE
Dicevamo che oggi il paese avrebbe bisogno di un’amministrazione politica. Intesa come una base molto ampia che tenga dentro anime diverse affinchè si possa sviluppare nuovamente un dialogo costruttivo, un confronto continua, che si cerchino personaggi disposti a dare l’anima ai propri compaesani e non aspettare il compenso da amministratore a fine mese. E va bene così.
Ci vorrà un sindaco capace di parlare alla pancia delle persone, di essere impopolare per il bene della collettività ma soprattutto ci vuole un sindaco capace di visione e indirizzo per i prossimi 20 anni e non quelli che campano alla giornata.
Ci vuole in sindaco senza paura di osare, senza paura delle minacce dei propri compagni di viaggio ne dell’opposizione. Testa alta e concentrazione alla ricerca di fondi per sostenere lo sviluppo del commercio locale ormai alla canna del gas, dell’edilizia sempre più arrancante con il mercato delle compravendite ai minimi storici, dell’investimento in cultura, agricoltura e sociale.
Ci vuole anzitutto un passo indietro di tutti per poterne poi fare due avanti.
Raimondo Aufiero