L’aggressione ricostruita sulla base delle indagini e dopo l’interrogatorio dei due indagati
Giovedì sera, in via degli Etruschi la grave aggressione a polizia e carabinieri con quattro militari e altrettanti agenti finiti in ospedali e gli Irno, il padre Alfonso e il figlio Carmine arrestati.
La ricostruzione
Poco prima delle 19,30 di giovedì primo febbraio da un’auto ignoti hanno esploso diversi colpi di pistola di cui due hanno colpito ad una gamba il proprietario del bar G&G, ma non si sa se il 74enne ferito fosse il bersaglio voluto o fosse stato raggiunto per errore dai proiettili. Immediate sono scattate le indagini di polizia e carabinieri.
I carabinieri si sono presentati a casa di Alfonso Irno, senza trovarlo. Poco dopo, Alfonso Irno e il figlio Carmine rientrarono e, vista la presenza dei militari, con tono minaccioso Alfonso Irno si è rivolto ai carabinieri intimando loro di uscire da casa e li ha spintonati. I militari del maggiore Antonio Corvino hanno cercato di calmare il 45enne che, però, li ha aggrediti e poco dopo a dar man forte al padre si è aggiunto il figlio Carmine. Nonostante l’arrivo di due ufficiali dei carabinieri, i due Irno avrebbero continuato a sferrare calci e pugni contro i militari.
Poco dopo sono arrivati in aiuto gli agenti della Squadra mobile, diretta dal vicequestore Gianni Di Palma, che erano poco distante sempre per le indagini sulla sparatoria. Polizia e carabinieri hanno cercato di far desistere Alfonso Irno dalla sua condotta, ma all’improvviso proprio il più grande dei due indagati ha sferrato un pugno a un poliziotto e una testata ad un altro. All’arrivo dei rinforzi dei poliziotti e dei carabinieri i due Irno si sono barricati nuovamente all’interno dell’abitazione. Calmati, poco dopo sono usciti fuori dall’abitazione.
La versione dei due indagati
I due Irno, sottoposti ad interrogatorio di garanzia, hanno ammesso gli addebiti. Alfonso Irno ha riferito di essere rincasato insieme al figlio e di aver trovato la moglie che discuteva con i carabinieri che stavano eseguendo una perquisizione. Arrabbiatosi ha ammesso di aver cercato di allontanare i militari da casa sua e poi lo scatenarsi di una colluttazione.
L’indagato ha sostenuto di aver cercato di raggiungere l’ospedale ma di essere stato bloccato dai carabinieri e in sua difesa sarebbe intervenuto il figlio vedendo la madre e la sorella impaurite da quanto stava accadendo. Carmine Irno avrebbe partecipato alla colluttazione dopo aver visto il padre in difficoltà. I due hanno sostenuto di essere usciti spontaneamente da casa per andare in ospedale spontaneamente.
La decisione del giudice
Il giudice ha ritenuto che per entrambi che si configurasse il reato di resistenza a pubblico ufficiale emergendo con evidenza la condotta violenta e ingiustificata dei due. Ha convalidato l’arresto dei due indagati, ma nel contempo ha ritenuto che le esigenze cautelari potessero essere assolte con i domiciliari per Alfonso Irno e l’obbligo di dimora per il figlio Carmine, entrambi difesi dall’avvocato Stefania Pierro.
La solidarietà ed i ringraziamenti delle istituzioni a Polizia di Stato e Carabinieri
Da subito la condanne unanime per l’aggressione a poliziotti e carabinieri. Durissima quella del questore, Giancarlo Conticchio: «È accaduta una pagina non bella per Salerno: le uniformi non si toccano. Ben otto tra poliziotti e carabinieri sono stati malmenati e sono stati refertati con prognosi fino a sette giorni.
Gli autori di questa di questa vicenda sono stati arrestati, ma rimane la gravità di un fatto che deve porre l’attenzione su queste fenomenologie». Il questore ha aggiunto: «Il poliziotto e il carabiniere rappresentano lo Stato: all’atto del controllo chiunque esso sia deve portare rispetto per l’uniforme che rappresenta lo Stato e ci è mancato ieri proprio il rispetto dell’autorità. Va ricordato che il poliziotto e il carabiniere fanno il loro dovere e il cittadino, all’atto del controllo, deve comportarsi bene».
Il prefetto di Salerno, Francesco Esposito, che nel contempo ha espresso parole di sentita vicinanza ai poliziotti e carabinieri intervenuti nell’operazione: «Esprimo solidarietà a Polizia di Stato e Arma dei Carabinieri, che ringrazio per la tempestività e l’efficacia con cui hanno portato a termine l’intervento confermando elevata capacità di coordinamento operativo, senso dello Stato e spirito di sacrificio, qualità che quotidianamente accompagnano il loro impegno per prevenire i reati e affermare la legalità nell’interesse dell’intera comunità. Auguro una pronta guarigione al personale della Polizia di Stato e ai militari dell’Arma dei Carabinieri che sono rimasti feriti nell’adempimento del loro dovere».