La consigliera comunale di opposizione ha denunciato per diffamazione il primo cittadino. Tutto sarebbe stato innescato da un video pubblicato lunedì da parte di Carmine Pagano. La questione? Un libro dell’Ottocento ripubblicato 11 anni fa la replica del sindaco
Nella sua trasmissione televisiva in onda sui social, il sindaco di Roccapiemonte, Carmine Pagano, ha affermato che la consigliere comunale di opposizione, assessore alla cultura nel 2013, si sarebbe appropriata di alcune fotocopie relative a un libro. Qui la trasmissione incriminata LINK
LA REPLICA E LA DENUNCIA DI LUISA TREZZA
Qui di seguito il comunicato della consigliere comunale ed ex assessore Luisa Trezza.
“Ecco perché ho querelato il sindaco di Roccapiemonte”.
La consigliera Luisa Trezza, già assessore alla Cultura del Comune di Roccapiemonte, spiega le motivazioni che l’hanno costretta a presentare querela per diffamazione aggravata a mezzo stampa nei confronti del sindaco di Roccapiemonte.
«Un sindaco confuso e “ignorante”, nel senso che ignora totalmente i fatti dei quali parla, in una video intervista dello scorso 8 gennaio, accusa l’assessore alla Cultura di Roccapiemonte del 2013, cioè io, di essersi appropriata di alcune fotocopie da Villa Ravaschieri e di aver pubblicato, con queste, un libro.
Il libro a cui fa riferimento altro non è che la ristampa analitica del libriccino scritto dalla duchessa di Roccapiemonte Teresa Filangieri nel 1867 e nel quale la filantropa partenopea, figlia del generale borbonico Carlo Filangieri e nipote del celebre filosofo e giurista illuminista Gaetano Filangieri, racconta il dolore per la morte della sua unica figlia, Lina, neanche 12 enne, che aveva avuto dal matrimonio con Vincenzo Ravaschieri Fieschi, duca di Roccapiemonte.
Il primo cittadino rispolvera questa pagina dolorosa, ma allo stesso tempo di storia e di cultura del nostro territorio, nel tentativo meschino di gettare discredito sulla mia persona, accusandomi addirittura di aver sottratto indebitamente – ricordo al sindaco, qualora gli sia sfuggito, che il termine “appropriarsi” significa entrare in possesso, impadronirsi di qualcosa che appartiene ad altri e quindi non spetta a chi se ne appropria -, queste fantomatiche fotocopie e di aver pubblicato un libro, cosa che non ho mai fatto.
Il sindaco sostiene che io avrei pubblicato questo libro il 1° ottobre del 2013, oltre 10 anni fa, dopo aver sottratto le fotocopie dello stesso da un edificio storico privato del nostro territorio e che, pubblicandolo, avrei addirittura provocato una sofferenza a Mons. Mario Vassalluzzo, illuminato storiografo di Roccapiemonte, che, secondo Pagano, aveva già pubblicato, nel 1967, un libro sulla vicenda.
Accuse del tutto false e lesive della mia professionalità, onorabilità e del mio impegno politico, diffuse lunedì 8 gennaio, durante la sua rubrica “Comune Informa” pubblicata sulla sua pagina istituzionale. Una menzogna che ha causato diverse richieste di spiegazioni in merito. A questo punto, sono stata costretta, mio malgrado, a presentare querela presso la stazione dei carabinieri di Castel San Giorgio, nei confronti del primo cittadino di Roccapiemonte, invitandolo, nel contempo, a chiarire i termini di una vicenda a me estranea e che mi infanga non poco».
Luisa Trezza Consigliera Comunale Gruppo Rocca Futura Pd
LA REPLICA DEL SINDACO CARMINE PAGANO
Dichiarazione Sindaco Carmine Pagano: “La premessa deve essere chiara: non ho diffamato nessuno perché le cose che dichiaro sono semplicemente vere, inconfutabili, perché riprese da fatti accaduti e raccontati a me personalmente da soggetti che avevano un rapporto di profonda amicizia e anche più con il compianto Don Mario Vassalluzzo. Si è giunti, sull’argomento dell’acronimo CoMvass, cioè quello utilizzato proprio per ricordare Don Mario, e su altri fatti riguardanti il nostro caro concittadino scomparso, ad un punto di non ritorno e chi sbraita ed urla dovrebbe fare attenzione a dire cose esatte e non campate in aria.
E aggiungo, dovrei essere io, amico di famiglia da sempre di Don Mario e dei suoi parenti ed amici, a risentirsi di continui ed inutili attacchi in relazione ad un caso, che poi caso non è, che sembra essere stato montato ad arte solo per farsi un po’ di pubblicità. Concludo dicendo che c’è stato, c’è e ci sarà sempre profondo rispetto e gratitudine per una persona che ha fatto la storia di Roccapiemonte, e Don Mario, voglio precisarlo, aveva tanti veri amici ma nessuna discepola”.