Il colonnello dei carabinieri indagato si è difeso. L’indagine si arricchisce delle dichiarazioni del “Boss del Van Gogh” e altri testimoni
Fabio Cagnazzo, tenente colonnello dei carabinieri, ex comandante dei carabinieri di Castello di Costerna, è stato ascoltato lunedì scorso a Salerno per 11 ore sull’omicidio del sindaco pescatore, Angelo Vassallo, primo cittadino di Pollica che sembra avesse scoperto un traffico di droga con base ad Accioroli, frazione del suo comune che ha il porto. Cagnazzo è indagato per l’assassinio di Vassallo il 5 settembre 2010 assieme ad un suo collaboratore, Lazzaro Cioffi e ad altri esponenti criminali, da ultimo un esponente del clan Cesarano di Pompei.
Ben 11 ore di interrogatorio da parte della Dda di Salerno, diretta dal procuratore capo Giuseppe Borrelli, nel quale i pm hanno posto una serie di domando sul prima e sul dopo l’assassinio, all’ufficiale che era solito fare le sue vacanze ad Acciaroli, che aveva molte conoscenze sul posto, e che avrebbe eseguito delle indagini non si sa su delega di chi.
Nel luglio 2022 Cagnazzo, Cioffi e altri sette indagati furono sottoposti a perquisizione, anche se a distanza di 12 anni, dai carabinieri del Ros su ordine della Dda di Salerno nell’ambito di un’indagine sull’omicidio e traffico internazionale di stupefacenti intorno al quale sarebbe nata l’omicidio. La procura ha ipotizzato che Vassallo, avendo scoperto i gravi illeciti che avvenivano nel suo territorio, in particolare ad Acciaroli, aveva chiamato l’allora procuratore capo di Vallo della Lucania, Alfredo Greco, ma prima di essere sentito fu ucciso.
IL BOSS DEL VAN GOGH E DELLA ISOLA ARTIFICIALE DI DUBAI
Molto probabilmente, Cagnazzo sarà stato interrogato anche su quanto ha dichiarato nelle settimane scorse alla Dda di Salerno il narcotrafficante internazionale Raffaele Imperiale, detto il “boss dei Van Gogh” arrestato nel 2021 e da allora collaboratore di giustizia che recentemente ha trasferito allo Stato un’isola artificiale, acquistata nel 2008 al prezzo di 32 milioni di euro. Raffaele Imperiale avrebbe fornito un utile apporto alle indagini sull’assassinio di Vassallo.
I pm salernitani un verbale del narcos dell’ottobre 2022 depositato in un procedimento penale in corso a Napoli nel quale si leggono le dichiarazioni di Imperiale: “Ricordo un’altra persona con cui teneva i rapporti per conto nostro Bruno Carbone (collaboratore del dichiarante, ndr): era un soggetto di Casoria, (detto) il “marziano” Pasquale Fucito di Caivano, non di Casoria ndr), che comprava 80-100 chili al mese e aveva a libro paga un carabiniere”. Il “marziano” è Pasquale Fucito, a capo dell’organizzazione di spaccio nella quale sarebbe stato invischiato anche Cioffi e da qui la condanna a 10 anni in Appello per il militare dell’Arma che avrebbe avuto molti soldi dagli spacciatori per avere protezioni e favori nel traffico di droga al Parco Verde di Caivano.
LE ALTRE NOVITÀ DELLE INDAGINI
Rispetto a quanto emerso nel luglio 2022, non compare più tra gli indagati Luigi Molaro, anche lui militare dell’Arma, molto vicino a Cagnazzo, prosciolto su richiesta della Dda. Tra gli indagati, invece, ci sarebbe Giovanni Cafiero, ritenuto uomo di spicco del clan Cesarano di Castellammare di Stabia e Pompei, che sarebbe stato il gestore del traffico di droga ad Acciaroli contro il quale Vassallo aveva intrapreso la lotta per liberare il suo comune dalla droga.
LA FONDAZIONE VASSALLO: “Ad un passo dalla svolta su coloro che hanno ucciso Angelo” Il Presidente della Fondazione Angelo Vassallo Sindaco Pescatore: “Questa indagine è solo la punta dell’iceberg”.
“Siamo all’epilogo di una tragedia che ha colpito non solo Pollica, ma tutto il Cilento, dove narcos, politici e alcuni uomini delle Istituzioni hanno creato un cartello per invadere i beni pubblici e conquistare il territorio. Ormai è sotto gli occhi di tutti. La Fondazione dedicata al Sindaco Angelo Vassallo, assassinato brutalmente anni fa, è stata una roccaforte di impegno per la legalità e la verità sull’omicidio.
Coloro che hanno osato sfidare questa causa, negando l’evidenza della connessione tra la sua morte e la criminalità organizzata, hanno contribuito al perpetuarsi di una devastante corruzione che ha colpito il Cilento nel suo complesso. La recente azione della Procura Antimafia di Salerno, che ha interrogato il colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo e ha portato all’identificazione di nove indagati, è un segnale tangibile del coraggio e della perseveranza di coloro che lottano per la giustizia.
Questa indagine è solo la punta dell’iceberg, e la nostra determinazione ha dimostrato che la forza della cultura e della verità è più potente delle trame oscure di coloro che tradiscono le istituzioni”. A dirlo è Dario Vassallo Presidente della Fondazione Angelo Vassallo Sindaco Pescatore.
“Nonostante le promesse politiche fatte al Cilento, alcuni esponenti di varie forze politiche hanno contribuito a questo nefasto cartello, gettando un’ombra sulla reputazione di una regione che meritava un destino diverso. La Fondazione Vassallo esorta la Procura Antimafia a continuare l’indagine, scavando a fondo per svelare tutte le connessioni che hanno portato a questa tragedia. Il sacrificio di Angelo deve servire da monito contro chiunque cerchi di compromettere la legalità e la buona politica. La verità è la nostra arma più potente, e continueremo a lottare per onorare la memoria di Angelo Vassallo e proteggere il futuro del Cilento” – conclude Vassallo -.