Nocera, i fedeli della chiesa di San Giuseppe: “Fate tornare don Alfonso Santoriello”

Organizzata una fiaccolata di solidarietà per il sacerdote allontanato dalla parrocchia dopo un’inchiesta giudiziaria

«Fate ritornare don Alfonso Santoriello nella parrocchia di San Giuseppe a Nocera Inferiore». Con una fiaccolata organizzata per sabato 27 gennaio alle ore 17 da piazza Diaz a Nocera Inferiore alla cattedrale molti fedeli chiederanno di porre fine all’allontanamento del parroco che è stato dichiarato del tutto estraneo dalla vicenda giudiziaria che nel 2017 accese i fari su un presunto patto tra candidati al consiglio comunale, un ex vicesindaco e il boss Antonio Pignataro che prevedeva voti in cambio di un interessamento per la realizzazione di una mensa dei poveri nella zona della parrocchia di San Giuseppe.
Ad - Web Hosting SiteGround - Creato per semplificare la gestione del sito. Clicca per scoprire di più.

Visto la sentenza di non doversi procedere nei confronti di don Alfonso Santoriello, la fiaccolata di solidarietà per il parroco allontanato sette anni fa dal vescovo. Il sacerdote è molto amato dai suoi fedeli anche della parrocchia nocerina, in un quartiere difficile come quello di Montevescovado, nato da un intervento del dopo terremoto del 1980. Seguivano don Alfonso anche molti bambini, spesso con gravi carenze scolastiche dovute anche all’abbandono scolastico.

L’allora parroco si era prodigato a favore «dei giovani dell’Associazione San Giuseppe onlus destinata al recupero dei minori in difficoltà, attraverso il doposcuola pomeridiano aperto a tutti i bambini e ragazzi, offrendo loro la possibilità di fare esperienza di famiglia, legalità e fraternità – sottolienano alcuni fedeli-. Questa promozione umana e culturale era attivata con corsi pomeridiani di formazione di cucito, ricamo, cucina, canto, musica, danza, recitazione, scuola calcio, scuola per parrucchieri ed ha offerto a tanti bambini e ragazzi di fare scelte sane e a distaccarsi dagli ambienti malsani».
amazon-spiderman-RTAlive

E continuando, il sacerdote «cucinava personalmente tutti i giorni, aiutato anche dalle signore e ragazze della parrocchia, disponibili all’aiuto per offrire ai bambini un pasto caldo e per il dopo scuola. E data la crescente richiesta, si era reso necessaria l’esigenza di avere a disposizione una casa con ambienti più grandi per accogliere quanti più bambini e famiglie con disagi e per soddisfare tale richiesta sempre crescenti. Ecco il vero motivo che lo aveva spinto a realizzare una “casa di accoglienza” con mensa per i bisognosi e attività pastorali.

È per tale nobile motivo che il sacerdote si era allertato cercando di scuotere le coscienze e bussare ai cuori delle persone promuovendo una raccolta fondi presso il popolo per acquistare il terreno su cui in futuro doveva essere realizzata questa opera a gloria di Dio e per il bene dei meno abbienti».

loading ads