La procura e i carabinieri indagano su quanto accaduto all’ospedale Umberto I di Nocera Inferiore compreso il mancato trasferimento a Napoli della bimba
Una tragica fatalità, un errore durante gli ultimi giorni di gestazione, uno durante il parto o subito dopo la nascita? Il dramma della morte della neonata di San Marzano Sul Sarno venuta alla luce nel pomeriggio del sei gennaio e deceduta la mattina del giorno dopo si racchiude tra le ore 4 del quattro gennaio e le 7.02 del 7 gennaio.
Un lasso di 75 ore su cui la procura di Nocera Inferiore vuole vederci chiaro e ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo per stabilire se ci sono responsabilità e chi dei cinque indagati sono riconducibili. L’autopsia si terrà domani con il medico legale Giovanni Zotti, il ginecologo Giuseppe De Masellis direttore del unità operativa Materno Infantile del distretto Asl di Battipaglia, e la neonatologa Maria Corbo, primario al Ruggi, chiamati a chiarire cosa sia avvenuto.
A loro fianco certamente ci saranno i consulenti che domineranno sia i 23enni fidanzati genitori della piccola, gli avvocati Giovanni Pentangelo per lui e per lei l’avvocato Silvio Calabrese, oltre a quello dei tre ginecologi e due neonatologi sotto inchiesta, tutti dell’ospedale Umberto I. Le indagini esamineranno anche le cartelle cliniche sequestrate dai carabinieri del Reparto territoriale di Nocera Inferiore, al comando del tenente colonnello Gianfranco Albanese.
I GIORNI PRECEDENTI LA NASCITA E L’ANDIRIVIENI DALL’UMBERTO I
Il padre della bimba, nella sua denuncia ricostruisce quanto accaduto dall’aprile dello scorso anno quando la giovane di San Marzano ha scoperto si essere incinta. La gravidanza è stata seguita da un ginecologo che lavora nello stesso reparto dell’ospedale nocerino dove è nata la piccola e non avrebbe dato luogo a particolari problemi. La nascita era prevista con parto naturale, intorno al 4 di gennaio.
Proprio la notte di quel giorno la ragazza ha iniziato ad avvertire dei dolori addominali ed è stata portata subito in ospedale, ma, secondo il racconto del padre, la fidanzata sarebbe stata rassicurata e fatta rincasare. Verso le ore 10 dello stesso giorni i dolori divennero più forti e i due sarebbero ritornati in ospedale: nuova vista ed esami, nessun problema riscontrato, ancora dimissioni e rientro a casa. Nella tarda mattinata i dolori sarebbero aumentati e, preoccupati, i due giovani, nel primo pomeriggio, sono tornati in ospedale e questa volta la ragazza è stata ricoverata.
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IL 5 GENNAIO E L’ACCERTAMENTO INVASIVO
Il giorno dopo il ricovero, il 5 gennaio, la partoriente sarebbe stata sottoposta, a detta del compagno, ad una manovra invasiva che avrebbe provocato la rottura del sacco amniotico: sottoposta a controlli nella serata e nelle prime ore della notte dal suo medico di fiducia non sarebbero stati riscontrati problemi.
IL 6 GENNAIO, IL GIORNO DELLA NASCITA
Il pomeriggio dell’Epifania, un nuovo tracciato avrebbe rivelato una tachicardia fetale, da qui la corsa in sala operatoria e il parto cesareo alle 17.41. Venuta alla luce, il papà della bambina avrebbe riferito di essere stato convocato da un medico della Terapia intensiva neonatale che lo avrebbe avvertito delle complicazioni sopraggiunte alla bambina per aver ingerito ed inalato liquido amniotico e meconio. Liquidi che avevano invaso i polmoni e l’apparato digerente con rischio di infezione per la piccola che di lì a poco sarebbe stata intubata.
IL TRASFERIMENTO A NAPOLI NON EFFETTUATO
La sera la bimba sarebbe dovuta essere trasferita al Policlinico di Napoli ma, riscontrato un miglioramento non sarebbe stato più necessario il trasferimento.
IL SETTE GENNAIO, LA NOTTE DELLA TRAGEDIA
Durante la notte la piccolina sarebbe peggiorata: i liquidi erano presenti ancora nei polmoni, mentre era stato liberato solo lo stomaco: alle 7.02 del 7 gennaio la piccola è morta.