La preoccupazione dell’Ordine dei giornalisti
Nota del Comitato Esecutivo del Consiglio nazionale dell’Ordine
“L’Ordine dei giornalisti è fortemente preoccupato per la norma approvata alla Camera, che introduce il divieto di pubblicazione “integrale o per estratto” del testo delle ordinanze di custodia cautelare, fino al processo, perché farà calare il silenzio sulle inchieste più delicate e importanti che portano all’arresto degli indagati.
Il divieto pubblicare anche solo “stralci” delle ordinanze di custodia cautelare non ha nulla a che vedere con il principio di presunzione di innocenza, ma costituisce una pesante limitazione del diritto di cronaca. Ai cittadini viene impedito di conoscere le motivazioni che hanno determinato gli arresti e quindi di sapere quali sono i motivi che hanno indotto magistrati e forze dell’ordine ad assumere provvedimenti che limitano la libertà individuale. I cittadini devono sapere perché vengono presi provvedimenti così pesanti per poter esercitare un controllo sull’operato della magistratura.
Con il voto di ieri la politica sta cercando di chiudere il cerchio per impedire ai cittadini di sapere cosa accade nei palazzi di giustizia: questa norma si salda al decreto presunzione di innocenza, in base alla quale una sola persona – il Procuratore della Repubblica – decide se e quali notizie comunicare alla stampa; ruolo già oggi interpretato in maniera immotivatamente restrittiva: i comunicati diramati dalle procure contengono scarni particolari e omettono i nomi.
Per finire, per punire i giornalisti che si ostineranno a voler informare i cittadini, in Senato è in discussione la riforma della legge sulla diffamazione che prevede di introdurre sanzioni pecuniarie spropositate, fino a 50mila euro. In tal modo si vuole mettere il bavaglio all’informazione, che non ha nulla a che vedere con la tutela degli indagati: l’intenzione evidente è quella di evitare che i giornalisti possano continuare a fornire ai cittadini i particolari relativi agli scandali che riguardano i potenti. Qualcuno vorrebbe una stampa che si limiti alle veline e si occupi soltanto di furti al supermercato e spaccio di poche dosi di hashish”.
De Raho: ‘L’emendamento serve solo a evitare la diffusione di notizie sui reati di chi ha il potere, colletti bianchi e corrotti’
“Perché oggi non si vuole che vengano pubblicate le ordinanze di custodia cautelare? Non si vuole che si sappia che esistono persone, soprattutto quelle che appartengono alla borghesia mafiosa, ai colletti bianchi e ai corrotti, e che diventano oggetto di ordinanza.
“Le ordinanze di custodia cautelare – spiega de Raho – sono diventate pubblicabili nel 2017, quando la commissione giustizia ha modificato l’articolo 114. In quella commissione era presente anche l’onorevole Costa che all’epoca non disse nulla. Non fece nulla per quell’intervento legislativo di cui ora si rammarica. Con questo emendamento bisogna evitare l’imbarazzante diffusione di notizie sui reati di chi sta al potere, perché dei reati della povera gente non interessa niente a nessuno. Ma così finiamo per impedire alla gente di conoscere quello che accade intorno a noi..Ancora una volta si parla di garanzie dell’imputato, e in nome di questo si impedisce il diritto di informazione. Oggi approvare questo emendamento significa soffocare il diritto di informazione“.