Pronto soccorso del Ruggi, dove è a rischio la dignità dei pazienti

Nuovo servizio di Piazza Pulita (La 7), nuovo silenzio dell’azienda sanitaria. Ancora pazienti legati ai letti, tra cui una donna in condizioni incredibili

Imbarazzo, disagio, vergogna e rabbia. Non si può assistere al nuovo servizio di Piazza Pulita su La 7 e costatare le condizioni in cui versa il pronto soccorso del Ruggi, il principale ospedale della provincia di Salerno. Ancora pazienti legati ai letti, contenzioni, come si dice in gergo tecnico, autorizzati dai familiari, ma che in molti casi fanno il paio con il sistema di abbandono.
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Non si tratta della singola pratica di legare il paziente al letto, ma, come ricorda Margaret Cittadino, presidente del tribunale per i diritti del malato,della mancata sorveglianza attiva: un paziente legato deve essere assistito anche visivamente per consentire di chiedere aiuto in una condizione di estremo disagio. Ed invece, le immagini di una donna legata al letto con le parti intime lasciate a vista, significa annullare la persona.

Poi il servizio della brava Sara Giudice ha raccontato di altre storie, di pazienti lasciati negli escrementi o con piaghe che poi, al ritorno a casa, erano così psicologicamente provati da aggredire gli stessi familiari che non riconoscevano più. Altre storie, tante storie, troppe storie di una sanità che non assiste anche in modo umano le persone.

Carenza di personale, sovraffollamento, ma in quelle condizioni sono spesso i pazienti più fragili e non si può far finta che tutto sia una normale conseguenza di una situazione di difficoltà: se non si è capaci o nella impossibilità di risolverli ci si dimette o si viene sostituiti: almeno si recupera una dignità come professionisti e politici che drammi come questi rischiano di mettere in seria difficoltà.
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LE REAZIONI
Le reazioni vedendo il servizio di Piazza Pulita sono quelle dell’imbarazzo, del disagio, della vergogna e della rabbia. Imbarazzo perché da Campani vedere come la sanità è ridotta fa accapponare la pelle.

Disagio perché assistere alla fuga davanti alla giornalista nel dare spiegazioni significa ancor di più mancanza di rispetto anche nei confronti di milioni di telespettatori. Vergogna perché ognuno di noi, qualsiasi ruolo abbia nella società, di fatto si sente complice di una certa situazione, anche se ha denunciato più volte le difficoltà e le emergenze in campo sanitario, si chiede: “Ho fatto proprio tutto per denunciare questo scempio?”.
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Rabbia perché chi deve dare una risposta, quantomeno ai cittadini, scappa e fa intervenire l’addetto stampa della Regione che assicura che la vicenda è stata attenzionata: in questi casi bisogna avere il coraggio e il rispetto della carica, professionale e politica di metterci la faccia. Arrivare perfino a far scortare una giornalista fuori dalla vigilanza privata, come accaduto a Sara Giudice che chiedeva in modo garbato di parlare con il direttore genere dell’azienda ospedaliera è veramente una vergogna.

Il servizio di Piazza Pulita
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