Una alternativa alla criminalità c’è, lo scrittore Celentano lo spiega ai giovani

I suoi testi sulla camorra sono un modo per far comprendere alle nuove generazioni che un percorso di vita alternativo esiste. Ha già pubblicato tre libri ed è già pronto il quarto

Nicola Celentano, studente di giurisprudenza, è un giovane scrittore di Mercato San Severino che, da alcuni anni, si occupa di criminalità organizzata e di legalità. I suoi libri, già tre al momento, sono rivolti ai giovani con un messaggio chiaro ed esplicito sulla possibilità di percorrere strade alternative alla criminalità. Dare voce alle nuove leve, per un futuro migliore, lontano dal crimine e dai crimini. Abbiamo posto a Nicola, alcune domande su questa sua passione e sull’impegno civico che sta dimostrando attraverso i suoi scritti.
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Perché scrivere un testo sulla camorra?
Da sempre mi sono interessato di studiare questo fenomeno ma soprattutto ciò che mi ha sempre spinto a scrivere un vero testo deriva dal fatto che io ho sempre desiderato che tutti i giovani come me potevano e possono conoscere questo fenomeno che spesso lo sentiamo, lo vediamo ma non conosciamo minimamente di cosa si parla, di quanto crudele è.

Nel libro descrive le giovani vittime di camorra, qual è la storia per lei più drammatica e significativa tra queste?
Appunto come rispondevo nella domanda precedente, la camorra è un ‘organizzazione che ha utilizzato la violenza per potersi affermare su un territorio spesso punendo persone che nulla c’entravano con loro. Una delle storie che senz’altro a parer mio è quella di Simonetta Lamberti, figlia di un giudice che mentre tornava dal mare fu colpita da alcuni colpi di arma da fuoco. Una storia drammatica che ogni volta che la scrivo mi fa venire i brividi perché ti permette di capire che la camorra non si ferma e non usa la razionalità nel momento in cui deve assassinare.
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Esiste ancora la camorra di un tempo, oppure si è trasformata?
Nel libro “Per caso”, racconto proprio l’evoluzione della camorra dagli anni Ottanta ad oggi in modo particolare cercando di fare delle analogie con quanto presente oggi. Un esempio tra i tanti è quella tra i fondi post-terremoto che arrivarono dall’Europa negli anni ’80 nella Regione Campania, dove la camorra riuscì a mettere mano in ogni affare edilizio ed economico e i fondi durante la pandemia in cui la camorra è riuscita ad essere presente. Una camorra che è diventata imprenditore e intelligente ad intercettare fondi per far sì che si possa far sempre meno rumore ottenendo sempre lo stesso potere se non maggiore. Oggi la camorra ha aumentato la propria forza, grazie anche alla diffusione sempre maggiore delle cosiddette baby gang.

Le fiction televisive sulla camorra, secondo lei, hanno qualche influenza sul pubblico?
Assolutamente sì, tutto è partito dal film e serie di Gomorra in cui è stata raccontata la crudeltà ma al tempo stesso sono state fatte vedere immagini di giovani che vivono sin dall’adolescenza nel lusso. Con ciò si è mostrato il volto negativo del Mezzogiorno in cui viviamo non mostrando invece in queste serie e film che quando s’intraprende questa strada due sono le possibilità o carcere o vendetta di altri clan.
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Celentano è un nuovo Saviano?
Assolutamente no, io sto cercando quotidianamente di dare voce ai giovani della possibilità di cambiare. Certo che io denuncio fenomeni di illegalità e delinquenza ma penso che prima di tutto bisogna stare al loro fianco per far capire a loro fin quando sia possibile farlo, che vi è una possibilità se si vuole.
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Quali sono i libri che ha scritto?
Tre sono i testi che ho scritti: “Per caso”, “Rialziamoci e lottiamo” e “io sono come te“. In attesa dell’uscita del quarto libro, riguardo all’amore tra due ragazzi che vivono in quartieri e zone diverse, con mentalità diverse mediante il quale cerco di insegnare che anche in questi casi vi può essere una concreta possibilità escludendo quelli che sono i pregiudizi, che sarà un continuo di Rialziamoci e lottiamo.
Giuseppe Colamonaco

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