La pratica risale al 2019 al Comune di Roccapiemonte
Il Comune di Roccapiemonte punta i riflettori su Villa Ravaschieri e sugli abusi edilizi che sarebbero stati commessi e accertati dall’ente già nel 2019. Da allora gli esiti dei sopralluoghi e degli accertamenti erano rimasti nei cassetti dell’Ufficio Tecnico Comunale. Lo scorso 2 ottobre, con determina dirigenziale n. 6 a firma del nuovo dirigente, il Comune di Roccapiemonte ordina alla proprietaria dello storico immobile, il ripristino dello stato dei luoghi.
Ma il Comune si spinge ben oltre, e nella determina comunica all’interessato che, oltre alla sanzione pecuniaria fino a 20 mila euro da comminare in caso di inottemperanza, l’Ente applicherà anche il diritto di acquisizione al patrimonio comunale.
“La sanzione, in caso di abusi realizzati sulle aree e sugli edifici di cui al comma 2 dell’articolo 27, ivi comprese le aree soggette a rischio idrogeologico elevato o molto elevato, è sempre irrogata nella misura massima. Inoltre, ai sensi dell’art. 31 co. 3 dello stesso decreto, il bene, l’area di sedime, nonché quella necessaria, secondo le vigenti prescrizioni urbanistiche, alla realizzazione di opere analoghe a quelle abusive, saranno acquisiti di diritto gratuitamente al patrimonio indisponibile dell’Amministrazione Comunale, la quale provvederà immediatamente all’immissione in possesso ed alla trascrizione nei registri immobiliari”-viene specificato nell’atto. Insomma, per gli abusi edilizi a Villa Ravaschieri, il Comune di Roccapiemonte ordina il ripristino entro 90 giorni, pena una multa di 20 mila euro e l’acquisizione della struttura al patrimonio comunale.
I FATTI
Con ordinanza n.6 del 2 ottobre scorso, il dirigente dell’ufficio tecnico, vista la relazione dell’area tecnica comunale del 16 dicembre 2022, a seguito di controlli eseguiti insieme ai carabinieri della stazione di Castel San Giorgio e sopralluoghi presso la nota struttura per cerimonie risalenti già al 2019, su delega d’indagine della Procura della Repubblica di Nocera Inferiore, ha intimato alla proprietaria del bene il ripristino dello stato dei luoghi. I funzionari del Comune hanno riscontrato l’esecuzione di lavori interni non previsti dalla Scia, né contemplati nell’autorizzazione della Soprintendenza.
Dal confronto dello stato dei luoghi con gli elaborati grafici agli atti d’ufficio e quelli contrassegnati dal parere della Soprintendenza, sono emersi degli abusi oltre allo “stato di abbandono delle camere al primo piano, utilizzate come depositi di materiali vari, mobili, ecc.”.
Visto che le opere oggetto dell’accertamento da parte dell’UTC del 2019, così come riportato anche dagli atti della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Nocera Inferiore, risultavano eseguite in assenza del titolo abilitativo ed in zona sottoposta a vincolo paesaggistico, il Comune di Roccapiemonte ne ha chiesto l’abbattimento immediato, minacciando addirittura l’acquisizione della struttura al patrimonio pubblico.
La Villa e l’annesso parco rappresentano un vero e proprio gioiello di pregio storico, architettonico e naturalistico. La struttura, risalente al 1500 e appartenuta alla nobile famiglia dei Ravaschieri, nel 2011 fu venduta, dall’ultimo erede della dinastia feudale, ad un imprenditore nocerino che, dopo una pregevole opera di restauro, ne ha fatto una ambita ed apprezzata location per cerimonie. Tuttavia il Comune di Roccapiemonte chiede ora il ripristino della legalità ma non si esclude un contenzioso giudiziario tra le parti per accertare la verità dei fatti.