Scafati/Bosco, 50enne sotto processo per tre omicidi dal 1991, quando ne aveva 17

Il procedimento in corso davanti alla tribunale per i minorenni

Per gli omicidi di Francesco Nasti, Giuseppe Avino e Angelo Gragnaniello, commessi nel marzo 1991, nella zona di via Passanti, a cavallo tra Scafati e Boscoreale: il pm chiede la condanna a 10 anni e otto mesi di reclusione per il 50enne Francesco Casillo. Fatti commessi nel marzo del 1991 e di queste vicende parlò già nel 2011 da parte del collaboratore di giustizia. Casillo all’epoca dei fatti aveva 17 anni ed ora ne ha 50, per questo comunque è sottoprocesso davanti al tribunale per i minorenni di Salerno.

COSA ACCADDE
Casillo di Boscoreale fu coinvolto in quegli anni la guerra di camorra tra i clan che componevano l’alleanza Nuova Famiglia e la Nco di Raffaele Cutolo. Assieme a lui c’erano i suoi fratelli, più grandi di lui, nell’ambito della criminalità operante tra Scafati e il “Boschese”. Il tutto nasce dalla volontà della N.F. di Carmine Alfieri e Pasquale Galasso che voleva punire l’assassinio di Pasquale Langella, a loro vicino che sarebbe stato commesso con l’aiuto di Nasti, Avino e Gragnaniello. Per i tre la sentenza di morte che sarebbe stato eseguito di fratelli Casillo, Luigi, Giuseppe e dal 17enne Francesco, uomini forti nella zona di Piano Napoli tra Boscoreale e Torre Annunziata, la cui attività principale era lo spaccio di sostanze stupefacenti.
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I FRATELLI CASILLO
Nel 1994 fu ucciso Luigi Casillo per una lotta interna al clan del gruppo Alfieri Galasso, e nel 1998 stessa sorte per il fratello Giuseppe per un debito di droga non suo. Dal 1999 al 2011, Francesco Casillo, attuale imputato a Salerno, divenne il capo dell’organizzazione ereditata dai due fratelli a Piano Napoli, fino alla sua collaborazione, nel 2011. E risalgono a quest’epoca le dichiarazioni sui tre assassini per i quali è oggi imputato, ma che nessuno li aveva perseguiti, solo per uno con tutti assolti. A quei tre omicidi sarebbe stato partecipe con ruoli secondo piano il 17enne boschese, utilizzato ora come segnalatore, ora presente sul posto ora impegnato con funzioni di recupero delle persone impegnate nell’agguato.

RITORNO AL FUTURO
I tre omicidi sono tornate alla ribalta grazie alle dichiarazioni rese da un collaboratore di giustizia che ha goduto già della diminuente del rito per altri fatti e che ormai uscito dal programma di protezione. Va anche ricordato che attualmente Francesco Casillo è in custodia cautelare per l’omicidio di Liberato Ascione, risalente all’8 settembre 2004, nell’ambito della faida tra i clan Gionta e Limelli-Vangone, per l’egemonia sul territorio di Torre Annunziata. Arrestato a febbraio di quest’anno, assieme a Vincenzo Pisacane, 65 anni, il contabile del clan camorristico dei Gionta, sarebbero stati i mandanti dell’omicidio di Ascione, ritenuto da Casillo responsabile della morte del fratello Luigi, oltre che debitore per forniture di droga.

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