Duro comunicato stampa del consigliere comunale di opposizione Giovanni D’Alessandro sull’eticità del comportamento dei presunti beneficiari. Chiesti inoltre al sindaco De Maio chiarimenti e di pubblicare i redditi di tutti i consiglieri e assessori, come previsto per legge
Sussidi per indigenti ad assessori comunali a Nocera Inferiore? Un dubbio sconfortante che il Sindaco non smentisce.
La giornata di ieri ha visto l’affacciarsi di un dubbio sconfortante: a Nocera Inferiore ci sarebbero assessori che avrebbero usufruito del sussidio INPS per gli indigenti. Un contributo di poco più di 380 euro spettante ai nuclei familiari in stato di bisogno (titolari di un ISEE non superiore a 15 mila euro annui) e per l’acquisto di beni alimentari di prima necessità (il pane, la pasta, la farina, il latte, lo zucchero).
Rattrista immaginare che possano esserci assessori che poco più di un anno fa hanno speso chissà quante centinaia, se non migliaia, di euro per affrontare una campagna elettorale e che oggi per vivere avrebbero bisogno di un sussidio di povertà, nonostante l’indennità mensile da assessore sia di quasi 1.200 euro (il che già gli farebbe superare il limite ISEE). A un dubbio così grave, però, il Sindaco ha risposto con parole assolutamente insoddisfacenti per un minimo di etica pubblica, affermando di non avere mai chiesto ai suoi assessori il loro ISEE e di avere selezionato la sua Giunta solo per le competenze, capacità ed esperienze.
Ma – mi perdoni – Sindaco De Maio: se nella sua Giunta ci sono competenze, capacità ed esperienze così di alto profilo, com’è possibile che questi risultino addirittura indigenti? Cioè la sua Giunta sarebbe composta da professionisti così brillanti da non riuscire neppure ad avere un reddito che gli consenta di acquistare il pane, la pasta, la farina, il latte senza il contributo per le famiglie povere assicurato dall’INPS? A me pare che questa risposta sia anche peggiore del dubbio.
E non possono esistere ragioni di privacy per chi amministra danaro pubblico, percepisce indennità per il suo servizio e poi – per ipotesi – si appropria di un sussidio di povertà erogato dall’ente che lui stesso amministra (seppure l’elenco degli aventi diritto sia predisposto dall’INPS sulla scorta delle dichiarazioni dei redditi). Oltre al fatto che non può esservi privacy nel rapporto politico-fiduciario che lega il Sindaco ai suoi assessori.
Il popolo cosa dovrebbe pensare di tutto questo? Che ci sono politici o sedicenti tali che davvero si candidano al consiglio comunale per ottenere un posto da assessore e sopravvivere con i “guadagni” della politica, giacché dalla loro professione non riescono neppure a ottenere le risorse per comprare il pane e la pasta? E allora la politica non è più un servizio da offrire per il bene della collettività, un atto di generosità, di disinteresse, di dedizione al bene comune ma occasione di guadagno da percepire?
Per me tutto ciò è inammissibile e non può essere accettato. Tant’è che io ho rinunciato sin dal primo giorno a tutti gli emolumenti spettanti in qualità di consigliere, donandoli all’associazione di volontari che gestiscono il canile municipale. Chiedo, perciò, al Sindaco di verificare immediatamente, senza trincerarsi dietro pseudo-ragioni di competenze e privacy, se ci sono assessori che, pur percependo un non trascurabile “stipendio” per la carica rivestita, hanno avuto l’avventatezza di presentarsi dinanzi agli uffici postali per ritirare un assegno di povertà destinato ai “veri” indigenti, e di revocargli subito la carica. Perché a episodi del genere non può risparmiarsi né la vergogna né la sanzione del ritiro dalla scena politica. Sono uno schiaffo intollerabile alla dolorosa povertà, che merita tutto il nostro autentico rispetto.
E questo è di certo un serissimo problema politico-amministrativo, oltre che di moralità civica. E proprio per questo mi auguro con tutto il cuore che non ci siano assessori in carica che hanno ritirato il sussidio dell’INPS. Peraltro, sul sito del Comune non compaiono le dichiarazioni dei redditi dei consiglieri e dei membri della Giunta, secondo quanto previsto dalla legge: solo disattenzione? In questo modo si assicura la trasparenza?
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