New York, gatti “assunti” dai birrifici per dare la caccia ai topi

L’idea si sta allargando anche ad altre attività, con il controllo del Dipartimento di igiene

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Molti gatti presenti nei rifugi di New York sono anziani, timidi o ansiosi nei confronti dell’uomo e rischiano di essere soppressi vista la difficoltà nel farli adottare. Parallelamente, la Grande Mela è letteralmente invasa dai topi e necessita di soluzioni urgenti e concrete. Che fare, dunque? Assumere i gatti, semplicemente. Far diventare un lavoro quello che da anni è la più classica delle naturali rivalità che tutti conosciamo, grazie anche a Tom&Gerry.
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IL PROGETTO
Si, far lavorare i gatti, come hanno ben pensato i proprietari dei birrifici assicurando ai pelosi vitto, alloggio e coccole gratis. In cambio devono dare la caccia, tenere lontani, i roditori dai granai e dall’attività commerciale.

Un ricollocamento intelligente quello ideato da “Hard Hat Cats”, l’associazione senza scopo di lucro (collabora con i rifugi della città) che ha definito il programma di reinserimento “win-win-win”: i proprietari delle aziende ottengono un controllo dei parassiti privo di tossine, i lavoratori un amico peloso e i gatti una casa. Le birrerie infatti hanno la necessità di immagazzinare grandi quantità di cereali – un potenziale richiamo per i parassiti – e la presenza di un gatto, o più, facilita la pulizia.

I risultati positivi non si sono fatti attendere e le richieste di adozione si stanno moltiplicando per la gioia anche e soprattutto dei clienti accolti, all’ingresso, da sornioni gatti che accettano volentieri ogni tipo di boccone.
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NON SOLO A NEW YORK
Ovviamente i gatti sono tenuti lontani dai luoghi dove vi è cibo e si cucina. Gli stessi ispettori del Dipartimento di Igiene della Città hanno ben chiara la situazione in cui si muovono gli animali.

Il gatto-lavoratore da birreria è un’idea nata a Chicago. Una nota azienda del posto ha iniziato, qualche mese fa, ad utilizzare questo programma con grande successo contando sulla presenza di quattro gatti che proteggono la preziosa birra dai roditori. Si chiamano Egon, Raymond, Venkman e Gozer, nomi evocativi del famoso film Ghostbusters; i protagonisti del lungometraggio danno la caccia ai fantasmi, i gatti invece ai roditori.

Sulla scia di Chicago, l’associazione newyorkese ha intravisto un duplice, anzi triplice traguardo e ha tentato la medesima strada che sta dando risultati positivi. E a conferma della bontà di questa iniziativa vi è anche, forse addirittura, un sito che fornisce una mappa, la Cats on tap, dei luoghi in cui si trovano i gatti dei birrifici.

New York ha un problema serio legato alla presenza dei topi e ci si ingegna in tutti i modi pur di tenerli lontani. Prima dei birrifici, infatti, in modo meno organizzato ma più casalingo, molti altri piccoli negozi hanno puntato sui gatti per cercare di debellare questo fenomeno.

Si pensi che il sindaco Eric Adams ha dichiarato guerra ai roditori nominando uno “zar dei ratti” pagandolo 170mila dollari annui. Un esperto, Kathleen Corradi, che di esperienza nel campo ne ha maturata parecchia. Prima di essere nominata dal sindaco, ha lavorato nel dipartimento dell’istruzione della città, dove si è occupata della mitigazione dei ratti negli istituti scolastici.
Da New York, Rosa Coppola

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