La sconfitta di Lecce nasconde problematiche ben più serie

Mister Sousa è insofferente, la proprietà granata sembra in confusione

Domenica dal sapore decisamente amaro per i supporter granata accorsi come sempre in massa allo stadio Via del Mare. La Salernitana ha affrontato un Lecce in salute e reduce da quattro punti in due partite.
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Come di consueto ormai da tempo immemore, la compagine del cavalluccio ha regalato un tempo alla squadra avversaria. Approccio molle e privo di organizzazione così da prestare il fianco ai Salentini che hanno impiegato solo sei minuti per passare in vantaggio con Krstovic che ha anticipato di testa Gyomber e ha battuto il portiere Ochoa: 1 a 0. Il primo tempo è stato quasi tutto a tinte giallorosse e il passivo è stato decisamente ridimensionato dal portierone granata.
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Nel secondo tempo, invece, è tutt’altra musica. Sono saliti in cattedra i nuovi acquisti, soprattutto l’esterno Cabral decisamente il più pericoloso dei suoi, ma allo stesso tempo il più sfortunato. La Salernitana ha creato alcune azioni da goal davvero interessanti e solo il palo e un po’ di imprecisione hanno negato ai Granata l’ennesimo pareggio. Si, perché di questo si sarebbe parlato, la cosiddetta pareggite che attanaglia da quasi un anno la Salernitana. Purtroppo non è dato sapere perché la compagine del cavalluccio approcci sempre o quasi in modo sbagliato le partite, salvo poi doversi ritrovare a rincorrere per raddrizzare, ma questo ovviamente non è sempre possibile. Al “Via del Mare” si lasciano quindi punti importanti che valgono doppio perché persi contro una diretta concorrente alla salvezza.

Le preoccupazioni, però, sembrano venire dall’interno.
Il bomber granata Dia protagonista di una cherelle che è andata avanti per tutto il mercato estivo, ha pensato bene di impuntarsi in maniera goffamente infantile contro la società per il mancato trasferimento al Wolveramphton e di conseguenza è stato lasciato a casa. Uno strappo che va assolutamente ricucito alla luce della batteria di attaccanti che dispone in questo momento la Salernitana.
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Calciatori in ritardo di condizione e ambientamento e nessuno sa se saranno all’altezza prima o poi, un Botheim che è ormai l’ombra di se stesso, di quel giovane che trafisse la Roma in coppa e che lasciava ben sperare e che adesso sbaglia anche gli stop più semplici. La Salernitana non può prescindere quindi dal suo bomber principe.

Ma i problemi non finiscono qui! Da tempo il mister granata Sousa lamenta malessere e lancia frecciatine alla società sulla conduzione a risparmio del mercato estivo, senza dimenticare poi la tentata fuga in estate che poi non si è concretizzata per scelte che sono virate oggettivamente su profili più quotati. E il direttore Morgan De Sanctis che a volte sembra un pesce fuor d’acqua che non può fare altro che impegnarsi a nascondersi dietro una maschera da duro facilmente infrangibile.

E infine il presidente Iervolino. Grandissimo imprenditore a cui i tifosi granata dovrebbero fare una statua per quanto fatto fin ora salvando la squadra dal fallimento e salvando la stessa da retrocessione in B per due anni di fila. Il presidente granata entra di diritto nella storia del club sbaragliando tutto e tutti ma rischia di essere investito dalla sua stessa arguzia. Il calcio è passione, dedizione e anche ovviamente soldi ma la presenza in una azienda come in questo sport è pressoché imprescindibile.

La sensazione che si ha dall’esterno è che la Salernitana sia un ennesimo investimento su cui piazzare uomini di fiducia per farlo fruttare nel tempo. Ma caro presidente, purtroppo nel calcio non funziona così. È un mare colmo di squali e quasi sempre qualcuno di questi si trova in casa propria. C’è bisogno di presenza e dedizione. Non si può lasciare nulla al caso, soprattutto se si è al timone di una squadra come la Salernitana che è ancora un cantiere aperto e viaggia sempre su una linea sottile che separa la A dalla B.
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Adesso c’è la sosta di 15 giorni, si spera che la “macchina Salernitana” ritrovi la quadra e faccia gruppo in ogni sua componente. Il campionato di serie A è si più scarso rispetto ad anni addietro ma allo stesso tempo si è livellato verso il basso e non esistono più le squadre cosiddette “materasso”. Ma nulla è perduto, ovviamente.

La Salernitana resta una squadra attrezzata per mantenere la categoria ma non può prendersi pause più o meno lunghe, quindi alla ripresa della contesa bisogna pedalare ed escludere sin da subito chi rema a sfavore.
Fabio Falcone

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