Fa venire i brividi la ricostruzione della Polizia di quanto avvenuto domenica sera in via Canali a Salerno domenica notte
Avrebbe toccato con il motorino la gamba ingessata di un 15enne, da qui la lite e l’esplosione del colpo di pistola. Questa, estrema sintesi, la ricostruzione di quanto accaduto in via Canali, all’1 – 1,30 di domenica notte e che vede ora in carcere il 19enne Edoardo Plaitano di Pastena, mentre la vittima, il 17enne R.V., è in ospedale al Ruggi e ricoverato in reparto in prognosi riservata, ma non in pericolo di vita: il proiettile che lo ha colpito al torace è uscito prima di arrivare al pronto soccorso.
Ieri. Le indagini della procura e della Squadra mobile di Salerno ha avuto una prima validazione, con la convalida del fermo di Plaitano, eseguito dagli investigatori del vicequestore Gianni Di Palma, e la restrizione in carcere del 19enne.
COSA È ACCADUTO DOMENICA NOTTE
In via Canali, la strada che collega piazza Abate Conforti con via Roma, i due luoghi dell’affollata Movida salernitana, ci sono tanti giovani, tra questi il 17enne R.V. e il 15enne fratello (nipoti di un noto criminale, ma questa circostanza, seppur citata nei giorni scorsi, sembra non avere ruolo in questa triste storia).
Il 15enne ha la gamba ingessata, quando è stato toccato da uno pneumatico di uno scooter condotto da un 17enne e sulla parte posteriore c’era Plaitano. Ne è nata lite con grida, R.V. è intervenuto a difesa del fratello. Plaitano avrebbe estratto la pistola e avrebbe sparato un proiettile che ha colpito il torace. Poi si è allontano a piedi, mentre il suo amico 17enne è rimasto a bordo dello scooter sul posto e dopo un po’ di tempo è andato via.
Plaitano era in permesso da una comunità, alla quale era stato affidato in attesa della definizione del procedimento penale per il ferimento di un giovane a colpi di coltello, per una rissa iniziata sul lungomare di Salerno.
LE INDAGINI
Si continua ad indagare anche sul 17enne alla guida dello scooter dello sparatore: potrebbe non aver partecipato al tentato omicidio (lo valuterà la procura per i minorenni), ma da esaminare anche il perché stesse di notte con una persona armata di pistola in sella allo scooter.
Ieri, Plaitano, difeso dall’avvocato Pierluigi Spadafora, è stato quindi ascoltato dal giudice per la convalida del fermo, dove ha fornito la sua versione dei fatti. Le indagini, però, continuano per appurare se la ricostruzione sia suffragata da elementi di prova, soprattutto nel movente. L’inchiesta va anche oltre, per stabilire perché l’indagato si fosse procurata o girava con un’arma addosso, specialmente visto che era in permesso da una comunità per minori.
UNA CITTÀ SCONVOLTA
«Si può rischiare di morire per un scooter che tocca una gamba e uno spara?. Questa la domanda che si è posto un internauta di fronte alla ricostruzione di quanto accaduto a via Canali. Ragazzi pronti a sparare per un nonnulla, mettendo a rischio la vita degli altri e quella loro.