Gli altri 20 punti presi in esame in Campania dalla Goletta Verde di Legambiente
Sono 33 i punti di monitoraggio del mare in Campania e 13 sono oltre i limiti di legge.
I PUNTI FORTEMENTE INQUINATI DELLA PROVINCIA DI NAPOLI
Foce del canale di Licola a Pozzuoli.
Mare a 50 metri a sinistra della foce dell’alveo Volla
Foce del fiume Sarno tra Torre Annunziata e Castellammare di Stabia
Di grado inquinato (e quindi non fortemente) è il mare fronte foce del Lagno Vesuviano ad Ercolano.
I PUNTI FORTEMENTE INQUINATI DELLA PROVINCIA DI SALERNO
Foce del Reggina Minor a Minori,
Foce del fiume Irno a Salerno,
Foce del torrente Asa a Pontecagnano Faiano,
Foce del canale di scarico a Marina di Eboli
Foce Capo di Fiume a Capaccio
Foce del fiume Testene ad Agropoli.
Di grado inquinato (e quindi non fortemente) sono la Foce rio presso via Poseidonia 441 a Laura di Capaccio Paestum e la foce del fiume Solofrone tra Capaccio Paestum e Agropoli.
I PUNTI FORTEMENTE INQUINATI DELLA PROVINCIA DI CASERTA
Fice Reggi Lagni
I COMMENTI
I dati sono stati presentati oggi in conferenza stampa a Salerno che ha visto la partecipazione di Mariateresa Imparato, Presidente Legambiente Campania; Francesco Esposito, Ufficio scientifico Legambiente Campania, Marco Crestani, portavoce di Goletta Verde, Dottoressa Caterina Scarpa referente Arpa Campania, Attilio Maria Daconto, Comandante della Guardia Costiera di Salerno; Massimiliano Natella, Assessore Politiche Ambientali del Comune di Salerno.
“Le foci dei fiumi e altri luoghi simbolici per l’inaccessibilità al mare, come San Giovanni a Teduccio, sono diventati ormai malati cronici – dichiara Mariateresa Imparato, presidente Legambiente Campania. Questo è dovuto sicuramente ad una cattiva gestione del sistema depurativo e anche a un incremento della pressione antropica sulle località di mare, ma anche da criticità che vengono dall’entroterra della regione che si amplificano lungo i corsi d’acqua che sfociano in mare.
Dobbiamo investire sul sistema di depurazione, cercare i problemi a monte delle foci dei fiumi, risolvere le criticità ben note ai monitoraggi di Goletta Verde. Vero è che le foci dei fiumi non sono balneabili per definizione, ma troppo spesso le aree a ridosso di queste vengono adibite a spiagge libere, non gestite, dove più di una volta abbiamo visto persone, anche bambini, fare il bagno. Inoltre, i cartelli di divieto di balneazione, che dovrebbero dare la corretta informazione ai cittadini, sono presenti solo in 3 località risultate fuori dai limiti di legge: in 27 punti su 33 non sono presenti i cartelli che informano i cittadini sulla qualità delle acque di balneazione”.
“Sono 142 milioni di euro le sanzioni che stiamo pagando alla Comunità Europea per il mancato recepimento delle direttive Ue sul trattamento delle acque reflue, soldi che aumentano le bollette dei cittadini e delle cittadine – dichiara Marco Crestani, portavoce di Goletta Verde. L’Italia continua a sottovalutare il problema della mala depurazione e degli scarichi abusivi. La qualità dei nostri fiumi e dei nostri mari dipende dall’efficienza dei depuratori e i problemi vanno risolti a monte. Per assicurare la salute dei cittadini, tutelare l’ambiente e proteggere le attività economiche che ne dipendono dobbiamo monitorare e migliorare i punti critici del nostro sistema di depurazione”.