Riconosciuta con una sentenza di primo grado l’esistenza di un clan Cuomo

Tranche dell’inchiesta sui Cuomo a Firenze, quattro condanne e riconosciuta l’associazione per delinquere di stampo camorristico. Due gli imputati assolti. Il processo davanti il tribunale di Firenze si è concluso con la condanna a a 8 anni di reclusione (la Dda aveva chiesto 10 anni) per il 42enne Michele Cuomo di Nocera Inferiore, a quattro anni e tre mesi per il 37enne cavese Domenico Rese (richiesta del pm a sei anni e sei mesi), a 3 anni e 3 mesi (richiesta quattro anni) per il 52enne Vincenzo Rufolo nativo di Salerno e a 3 anni di Andrea Cutarelli. Assolti la sessantenne Anna Fedele (madre di Cuomo, per lei la Dda aveva chiestodue anni di pena) di Nocera Inferiore e Alessandro Maltinti.
Nell’inchiesta della Dda fiorentina altri imputati per i quali era stato chiesto il processo, avevano scelto di essere giudicato con il rito alternativo, con complessive condanne per oltre 20 anni, tra cui quella a Luigi fratello di Michele. I Cuomo si erano spostati nel capoluogo toscano per fare soldi e preparare la rivalsa contro la fazione di “quelli di Piedimonte”.
L’inchiesta originaria vedeva alcuni indagati per associazione per delinquere, altri coinvolti solo in uno dei seguiti reati: possesso di armi, ricettazione, furto di biciclette di notevole valore e usura.
Dopo l’esplosione dell’ordigno nel 2021 davanti la pizzeria dei Cuomo – che secondo le indagini fu piazzata da quelli di Piedimonte dopo l’arresto del punto di vista del gruppo, Michele Cuomo, per testimoniare la debolezza del suo gruppo – gli inquirenti ricostruirono il movimento dei due fratelli, trasferiti a Firenze per riorganizzarsi.
Stando alle accuse, era proprio il ristorante “Pizza cozze e babà” a fungere da luogo operativo del gruppo. I proventi delle attività criminose sarebbero servite a far recuperare armi al gruppo Cuomo per la faida con il clan rivale di Piedimonte, esplosa nel dicembre 2020, quando fu scarcerato Michele Cuomo.