Nuovo stadio a San Marzano, gli interrogativi e le alternative

Un ingente investimento di privato apre le porte ad alcune riflessioni

Ha generato tanto entusiasmo l’approvazione da parte del Consiglio comunale al project financing proposto dal presidente del San Marzano Calcio, Felice Romano, per il restyling del campo da calcio.
Tante le condivisioni sui social dei render inerenti al progetto del “nuovo comunale” e tanto eco da parte della stampa locale e nazionale. Ma approfondendo i conti dell’investimento, sembrano non tornino.

POSA PRIMA PIETRA
Potrebbe essere fissata per il prossimo 10 luglio la posa della prima pietra per la ristrutturazione, affidata a Romano che ha mobilitato i suoi per avere tutto in regola prima del fischio d’inizio della prossima stagione sportiva. Con la votazione in Consiglio dello schema di convenzione per il restyling del comunale di San Marzano, Felice Romano diventa gestore dell’impianto sportivo che è sempre stato il tallone di Achille di ogni Amministrazione.

L’accelerata sull’approvazione del progetto, da parte del governo cittadino, è stata dettata dell’esigenza di far giocare la Serie D nel proprio paese ed anche l’imponente campagna acquisti portata avanti dalla società con l’obiettivo salvezza, prima possibile.

TANTI I DUBBI
Fatte salve le ambizioni e la passione per il calcio, sono tanti sono gli interrogativi che sorgono in questa vicenda alquanto sui generis. Lo stesso Romano, benefattore-promotore del project financing, infatti, evidenzia come sia stato «un cammino lungo, a tratti più tortuoso del previsto», ma alla fine «è giunto a compimento». «Ora non resta che dare avvio ai lavori che renderanno lo stadio un vero e proprio gioiellino, un impianto all’avanguardia senza eguali in tutto il territorio e forse nell’intera Campania», esulta il presidente del “San Marzano” a margine della seduta di martedì 20 giugno.

PARERI TECNICI E VIABILITÀ
Al momento non è dato sapere se è stato richiesto il “parere in linea tecnico sportiva” al Coni per la modifica e la trasformazione dell’impianto che, per gli interventi superiori ad 1milione di euro, viene espresso dalla commissione impianti sportivi dello stesso Comitato olimpico nazionale.

Ad - Web Hosting SiteGround - Creato per semplificare la gestione del sito. Clicca per scoprire di più.

L’INVESTIMENTO
Quale piano economico può dimostrare un punto di pareggio dell’investimento in un tempo ragionevole? Una struttura che non supera i 1000 posti a sedere, qualora fossero tutti esauriti in ogni match casalingo, l’incasso potenziale non supererebbe i 10mila euro.

Tra omaggi, riduzioni e abbonamenti è molto probabile che non si superi, realisticamente, i 5mila euro per ogni partita. Di conseguenza , il “break even point” è abbastanza lontano, seppur tenessimo conto di fitto struttura a terzi, di concessioni per ristorazione e bar, eventi musicali ed altro di simile.

L’ALTRO DUBBIO
Sarebbe stato interessante, inoltre, conoscere una previsione di piano traffico immaginato per le partite casalinghe di campionato o per gli eventi in generale che vi si vogliono tenere, In quanto circondata da villette e palazzotti con solo due strade di accesso adatte malapena a far circolare un’auto per volta.

Non immaginabile cosa accadrà quando si dovranno garantire gli accessi esclusivi per le tifoserie ospite, per i mezzi di soccorso e nel contempo una viabilità per i residenti. Non si comprende, ancora, dove siano le aree di parcheggio riservate agli ospiti e alla tifoseria locale e da quanti stalli sia composti. In tutta questa operazione milionaria è difficile immaginare il reale vantaggio ad investire ben tre milioni di euro in una struttura vetusta e con enormi deficit.

GLI INTERROGATIVI
Si tratta di una operazione di beneficenza? O di un investimento per il Naming Rights (se è prevista la gestione dei diritti del nome all’impianto) di cui nessuno parla e che con molta probabilità potrebbe voler gestire?

LE ALTERNATIVE
Tra le domande che sorgono spontanee c’è anche quella se non fosse meglio realizzare un campo da calcio a cinque con una piscina semiolimpionica o dei campi da tennis e da paddle o anche uno da basket oppure uno skatepark non presente nell’intero Agro.

Questo progetto poteva essere l’occasione per avere una cittadella dello sport e farla vivere tutto l’anno (e non solo per una ventina di partite a stagione), con centinaia di bambini e famiglie al seguito, facendo confluire economia reale nel comune dell’Agro, già accerchiato da impianti da calcio adeguanti come quelli di Pagani, Nocera inferiore, Sarno, Angri e Scafati, a distanza solo di poche centinaia di metri.
Raimondo Aufiero

loading ads