Di fronte all’arrivo della Wagner a 200 chilometri da Mosca e di una Russia bucata come il burro da solo 25mila mercenari e con pochissimi scontri. In tanti nel mondo si muovono. Putin ricorre ai Ceceni e alla Bielorussia per salvarsi
La Wagner annuncia di fermare la sua incredibile avanzata: in un giorno centinaia di chilometri percorsi verso Mosca (è arrivata a 200 chilometri) senza che il corrotto esercito russo abbia fatto nulla. Ora, Prighozhin dice di essersi fermato “Non vogliamo spargere sangue”, anche se a Mosca si preparano a ricevere 5.000 uomini della Wagner che potrebbero arrivare nella capitale (un’inezia vista la grandezza della città, ma capace di destabilizzare il paese).
LA PARTITA IN RUSSIA
Un debole Putin ha chiesto aiuto ai temibili Ceceni, che stanno muovendo su Rostov e al presidente bielorusso Aljaksandr Lukašėnko. I primi sono della stessa risma della Wagner se non peggiori, il secondo è un “amico”.
È in atto uno scontro feroce tra gruppi di potere, tra quello che si riconosce nel ministro della Difesa, Sergej Kužugetovič Šojg, e quello del Prighozhin capo della Wagner. In effetti, sembra non si tratta di un colpo di stato contro Putin, ma di una sostituzione del potentissimo ministro e il debole Putin non riesce più a far fronte ai vari oligarchi che lo sostengono. Da qui non la richiesta di aiuto sul fronte interno (in queste ore sono quasi tutti spariti), ma Putin si è rivolto a Lukašėnka per evitare una guerra civile.
LA CONTROPARTITA
Ora bisogna comprendere cosa ha avuto in cambio il capo della Wagner. In realtà, le fortificazioni attorno Mosca non avrebbero avuto facile partita. Insomma, un ritiro di fatto programmato.
Putin se non punisce esemplarmente Prighozhin visto quello che ha detto sul tradimento della Wagner, sarebbe umiliato ancor di più di quello che è stato. In più, la Russia sta perdendo alcuni territori del Donbass che controllava di fatto dal 2014 a favore degli Ucraini.
Insomma, una punizione è indispensabile, anche per smentire con fatti le voci che circolano su un’azione concordata tra Putin e la Wagner per liberarsi del fallimentare ministro della Difesa senza pagare pegno con il suo gruppo a sostegno.
Voci fasulle, ma certamente, qualcuno ha autorizzato, dopo le prima crisi dei mesi scorsi con il ministro della Difesa. ad aprire un centro di reclutamento a San Pietroburgo, facendo rinforzare la milizia di mercenari che voleva far transitare tra le forze regolari dell’esercito. La vicenda non è chiara. La situazione è fluida e imprevedibile.
SALVATE IL DEBOLE PUTIN
Un Putin debole fa, ora, comodo a tutti, a Prighozhin, a molti oligarchi, ai ceceni e c’è il rischio che la Russia diventi uno stato liquido che si aggreghi a secondo il gruppo che vince in quel settore la sfida sugli altri. Di mezzo c’è, però, il problema dell’arsenale nucleare e un Putin debole fa paura.
In queste ore, molte le iniziative dell’Unione Europea (in particolare della Francia) per trovare una soluzione alla guerra in Ucraina che sta divorando dall’interno anche la Russia. Una soluzione che non faccia perdere la faccia a Putin, ma che lo releghi in una posizione da non dare fastidio, secondo l’idea del “Meglio lui (debole) che gli altri che sono peggiori”.
IL PROBLEMA UCRAINA, LA CINA E LA SUPERNATO
Il problema ora sarà l’Ucraina che alza le pretese ad un tavolo di negoziato. La Cina non vuole una destibilizzazione della Russia, suo principale suo alleato, visto anche che gli Usa sono impegnati nella creazione della SuperNato che si poggia in particolare sul Giappone che sta crescendo militarmente grazie agli Stati Uniti e anche alla partnership con l’Italia (i Nipponici da sempre sono tra i principali avversari dei Cinesi).
Una figuraccia della Russia significherebbe, poi, anche un monito per la questione di Tawain (“Cina non muoverti sennò vedi che fine faresti”) e questo Pechino non può permetterselo anche in una prospettiva più ampia con l’avanzamento della sua presenza in Africa con accordi con i Russi e la Wagner, tra l’altro proprio contro i Francesi (vedì Mali).
Insomma, Putin non può fare una figuraccia, come vorrebbero gli Ucraini, per questo si sta cercando di salvarlo in qualche modo (vedi subito la disponibilità per mediare con la Wagner avanzata dalla Turchia con l’ok degli Usa).
*Foto, da sinistra il capo della Wagner, Prighozhin, il presidente Putin e il ministro della Difesa Shoigu