Il ministro, l’annuncio del dirottamento e la pezza a colori

La vicenda della nave turca e la figuraccia conseguente

Indubbiamente era subito apparso strano che un ministro, mentre era in corso un’operazione per liberare una nave, senza neanche sapere se i suoi presunti dirottatori avessero dei complici a terra e potessero attivare azioni terroristiche di ritorsioni, abbia parlato con messaggi social, come stesse facendo la cronaca della sua vita.

Era subito apparso strano che questo gruppo di dittatori non avesse neanche preso il controllo della nave civile dopo un bel pò di tempo di azione. Era da subito apparso strano che un gruppo di dirottatori fosse così “fesso” da dirottare una nave per andare in Francia, che già andava in Francia. Era da subito apparso strano che tanti dirottatori stavano compiendo la loro azione armati di temperini, che poi servivano per aprire i teloni dei camion nei quali erano nascosti per respirare un pò.

Ad - Web Hosting SiteGround - Creato per semplificare la gestione del sito. Clicca per scoprire di più.Ma tanto è: se il ministro della Difesa sente la necessità di avvertire il popolo italiano in diretta di quanto sta accadendo allora c’è da preoccuparsi e quindi chissà cosa starà accadendo se ci dicono che addirittura c’è un intervento in corso dei marò del San Marco.

Alla fine si è scoperto che si trattava di una quindicina di migranti che non voleva essere rimpatriato e che al rumore del primo elicottero sono scappati sotto i camion che trasportava la nave, ben prima di vedere un solo militare della San Marco.

Di cosa parliamo? Del presunto dirottamento della Galata Seaways, la nave turca che ha visto una spettacolare azione dei marò. La vicenda ha dei toni spettacolari, è vero, ma da operetta. Costringere poi il capo di stato maggiore della Difesa, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone a mettere una pezza per fermare le polemiche, è stato poi imbarazzante.

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Qui nessuno ha pensato di prendere in giro la Marina militare o i Marò che hanno fatto bene il loro lavoro, viste le condizioni della preparazione come ci sono state descritte. Il problema è Guido Crosetto e la sua smania di fare il reporter. Una volta i ministri parlavano dopo che si erano abbondantemente conclusi i fatti e riferendo in aula, al parlamento. Ora, invece, mandano messaggi in tempo reale sui social senza quella naturale precauzione e ancor di più conoscenza dei reali fatti accaduti che si impone per un ministro, soprattutto per fatti di grave importanza.

Tante le polemiche sollevate in questi giorni, fino a parlare di grande operazione mediatica come spot contro l’immigrazione. Probabilmente sarà in parte anche vero, ma qui bisogna innanzitutto ricordare a Guido Crosetto che fare il ministro è diverso dallo stare davanti al bar del paese per commentare la partita o mandare messaggi come sul gruppo dei genitori degli alunni sul mal di pancia di uno dei bambini.

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