Grano canadese in Italia, le poteste e i pericoli per consumatori e aziende

Danneggiate anche le imprese del Napoletano e del Salernitano. Cosa devono fare i consumatori

A Bari inizia la protesta per l’invasione del grano canadese, con i coltivatori italiani alla fame. Un capo di grano su cinque è sparito, ma i consumatori si trovano ad acquistare pane e pasta anche a prezzi che sono il doppio. E la guerra in Ucraina non c’entra, tutto dipenda dal grano Made In Canada.

La Coldiretti sottolinea che il caro prezzi «ha tagliato del 4,7% le quantità di prodotti alimentari acquistate dagli italiani nel 2023 che sono però costretti a spendere comunque il 7,7% in più a causa dei rincari determinati dalla crisi energetica, nel primo trimestre del 2023, secondo dati Istat. Le difficoltà si estendono dalle tavole alle campagne dove oltre 1/3 delle aziende (34%) è costretta a lavorare in una condizione di reddito negativo mentre il 13% è addirittura in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività secondo il Crea che evidenzia i forti aumenti dei costi di produzione».

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La protesta dei coltivatori pugliesi è di tutto il paese. In Campania, ad esempio, in particolare tra le provincie di Napoli e Salerno, la pasta viene chiamata l’oro bianco. Una grande tradizione assieme a quella del pane. A Gragnano c’è la prima pasta Igp, ma tanti i pastifici da Napoli a Torre Annunziata all’Agro nocerino, spesso di piccola dimensione ma di grandissima qualità, come alcuni pastifici nocerini, di Angri, di Castel San Giorgio e Scafati, Mercato San Severino, Battipaglia, Agropoli, Contursi Terme e Policastro.

DOVE SI COLTIVA IL GRANO IN CAMPANIA
Il grano campano si coltiva nell’area di Avellino – l’Ufita e nell’Alta Irpinia; nell’Alto Tammaro – Titerno e Fortore nel Beneventano; nell’area del Matese e la Monte Maggiore Caiatina nel Casertano e in provincia di Salerno nell’Alto e Medio Sele, il Bussento Vallo di Diano e gli Alburni. Solo l’11% delle aziende agricole campane, però, coltiva frumento su 61.624 ettari (per una resa produttiva di 30,7 quintali ad ettaro), con il 50% delle superficie nell’Avellinese, il 37% nel Beneventano, solo il 7,7 nel Salernitano e il 4,6% nel Casertano. La superficie regionale coltivata è diminuita di circa 12mila ettari. Il frumento campano è di ottima qualità. Come un po’ tutto quello italiano, ma se ne produce di meno anche per la concorrenza di quelli stranieri.

QUANTO COSTA IL GRANO ITALIANO E STRANIERO PER LA PASTA
Un chilo di grano duro in Italia costa 36 centesimi al chilo, meno di quanto costa per produrlo. Quello straniero è di gran lunga inferiore, tant’è che le importazioni del Canada sono aumentate di sei volte.

IL GLIFOSATE
Il Canada si utilizza il glifosate in pre-raccolta come disseccante secondo modalità vietate in Italia. «C’è sempre più una maggiore richiesta di grano coltivato nelle Americhe e nell’Europa dell’Est (Extra Unione europea), perché propagandato al consumatore finale come pasta con maggiori proteine, ma nessuno si chiede come quelle proteine in più vengono prodotte e a che costo alimentare – ha affermato Vito Busillo, presidente provinciale di Coldiretti -. In pratica, con l’utilizzo del glifosate, un disseccante, non solo si aumenta la produzione del grano, ma lo si porta a maturazione anticipata che da un lato garantisce maggiore proteine, ma pure una maggiore quantità di amidi. Non è un caso che il glifosate in preraccolta è vietato in Italia per i danni che procura alla salute».

PER I CONSUMATORI
I cittadini posso difendersi scegliendo le confezioni con prodotto 100% italiano, grazie alla battaglia sull’obbligo dell’indicazione di origine in etichetta. Vito Busillo, presidente di Coldiretti per la provincia di Salerno svela alcune pratiche con le quali gli acquirenti finiscono per essere raggirati, con un danno per loro e per le imprese agricole.

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