Sventato il tentativo di trasferire il dibattimento in Svizzera
Mesi vissuti tra ricorsi, sentenze, cavilli. Attese e silenzi assordanti. Poi la decisione: il processo civile contro la Scuola Internazionale EF Academy di Thornwoodhttps, dove fu trovato senza vita il 17enne italiano Claudio Mandia, si celebrerà nella Grande Mela.
I giudici hanno respinto l’istanza della Scuola di trasferire la causa in Svizzera (loro sede legale, ndr) accogliendo di fatto le ragioni dell’avvocato George Bochetto che assiste Mauro ed Elisabetta Mandia, genitori dello studente italiano morto suicida il 17 febbraio dello scorso anno, che si battono per dimostrare i maltrattamenti psicologici inflitti al ragazzo.
“Siamo estremamente soddisfatti e pronti a ripartire perché giustizia sia fatta. Viva Claudio sempre”, ci dicono lapidari Mauro ed Elisabetti. Battaglieri, mai stanchi, seguono da mesi un percorso lineare: dimostrare che in quella Scuola qualcosa è accaduto.
LA BATTAGLIA
Claudio era reduce da un periodo di isolamento che lo avrebbe portato all’espulsione per aver copiato un compito. Da lì, la privazione del cibo, di incontri, e soprattutto la mancanza di pathos. Nessuno avrebbe capito le reali condizioni “fragili” del ragazzo nonostante le reiterate richieste d’aiuto. Gli stessi genitori avrebbero trovato difficoltà ed ostacoli nel dialogare con la Scuola. E, in verità, negli ultimi mesi, grazie alla denuncia dei salernitani, molti ex studenti hanno pubblicamente raccontato le “disavventure” vissute nella Scuola che ha persino bloccato i commenti (pertinenti al caso) sui social.
LA DECISIONE
La decisione della Corte è puntuale, dettagliata e rimanda al mittente le motivazioni che appaiono “fragili” tanto da non essere accolte. Una “bella notizia”, anche se di bello in questa vicenda non vi è nulla, ma che consente di procedere nel solco iniziato. Si rimboccano le maniche, ancora una volta, Mauro ed Elisabetta, pronti a ripartire ed entrare nel vivo della battaglia civile.
IL DRAMMA
È il 22 febbraio e dagli Stati Uniti arriva la notizia della morte di Claudio Mandia, che avrebbe compiuto di lì a qualche ora il suo diciottesimo compleanno. Il giovane avrebbe ricevuto una punizione, un isolamento di tre giorni, con l’accusa di aver copiato un compito d’esame, importante perché propedeutico in vista del diploma finale. Il suicidio sarebbe legato al timore di essere espulso.
Ma alla fredda cronaca vanno aggiunti i dettagli, quella che fanno la differenza, specie in una Scuola dove ci si aspetta che i professori sappiano fin dove spingersi. Claudio vive male, ovviamente, la intera situazione. Isolamento, privazioni, dialogo inesistente. Basta poco e qualcosa scatta. Mauro ed Elisabetta atterrano a NY e vengono accolti dalla notizia. Inizia il calvario giudiziario e personale. Il primo prima o poi terminerà, il secondo segnerà sempre le vite dei genitori.
Dalla corrispondente da New York, Rosa Coppola