Si lancia con un’auto sulla folla a Tel Aviv: 4 morti, un Italiano tra le vittime

Morto l’attentatore, un arabo israeliano. Ferito un altro turista italiano. Reso noto il nome del 36enne deceduto

Un’auto è piombata sulla folla che si trovava sul lungomare di Tel Aviv. La Radio militare e un giornalista della tv Canale 14, hanno annunciato che tra i quattro morti ci sono tre britannici e un italiano, il romano Alessandro Parini di 36 anni. Quattro i feriti, tra cui un italiano. L’autore dell’attentato era un arabo israeliano e sarebbe stato ucciso mentre stava tentando di aprire il fuoco dopo aver investito la gente.

Il ministero degli esteri italiano
“Orrore e profondo sgomento per il vile attentato a Tel Aviv”. Lo scrive la Farnesina in un tweet aggiungendo che “l’Unità di Crisi è operativa h24 e raggiungibile al numero: +39 06 36225”.

LE REAZIONI
Hamas si è compiaciuto per l’attentato di Tel Aviv, pur non rivendicandone la paternità. Il suo portavoce Abdel Latif Qanua ha affermato che si è trattato di una “operazione di alto livello nel cuore della entità sionista, a Tel Aviv”. Dopo aver rilevato che si tratta del secondo attentato dopo quello in Cisgiordania in cui sono rimaste uccise due giovani sorelle israeliane, Qanua ha sostenuto che “questi episodi dimostrano il livello raggiunto dalla resistenza dei giovani per colpire gli occupanti”.

“La nostra ‘Spada di Gerusalemme’ viene innalzata ovunque” ha concluso. La Jihad islamica ha sostenuto in un comunicato separato che si è trattato di una “operazione eroica”. Fonti locali hanno aggiunto che nell’apprendere dell’attentato di Tel Aviv (avvenuto nel terzo venerdì del Ramadan) dagli altoparlanti di Gaza sono stati rilanciati messaggi di compiacimento. “È una operazione – hanno detto – che riscalda i cuori di ogni musulmano”.

Dopo aver colpito a Gaza e in Libano, Israele ha richiamato i riservisti dell’aviazione e rafforzato le sue truppe nei Territori in un chiaro messaggio ad Hamas, Hezbollah e Iran. La tensione in Medio Oriente è alle stelle ed oggi è stata aggravata da un nuovo attentato palestinese in Cisgiordania, con l’uccisione di due giovani sorelle (21 e 16 anni) e il grave ferimento della madre (48 anni).

Anche a Gerusalemme, sulla Spianata delle Moschee, la situazione sembra appesa a un filo, pur in mancanza per il momento di gravi incidenti, con la polizia che continua a presidiare in forze il luogo. Dopo la pioggia di razzi lanciati da Gaza (uno dei 44 è caduto su una casa pur senza provocare vittime) e dalle fazioni palestinesi legate ad Hamas dal sud del Paese dei Cedri, Israele ha risposto nella notte colpendo tre siti in Libano e oltre dieci nella Striscia, compresi due tunnel e varie postazioni della fazione armata.

Però ha scelto di togliere le restrizioni alle comunità israeliane attorno a Gaza, favorendo così il ritorno ad una vita normale e non nei rifugi. L’esercito libanese ha annunciato invece di aver smantellato una rampa di lancio in un campo agricolo nel sud. La risposta di Israele sembra al momento fermarsi qui e – secondo analisti – appare circoscritta, tenendo conto della forte pressione internazionale per spegnere l’incendio, a partire da Mosca, e l’opposizione del mondo arabo ad Israele.

Un giudizio non condiviso dalla parte radicale del governo di destra di Netanyahu che – specie dopo l’attentato – ha detto di non essere soddisfatta Sia Bezalel Smotrich – ministro delle Finanze e leader di Sionismo religioso – sia il falco Itamar Ben Gvir hanno avuto da ridire sui contorni dell’azione militare e il secondo ha accusato il precedente governo di Naftali Bennett e Yair Lapid di aver indebolito la reattività di Israele. Un rimprovero che non è andato giù all’ex ministro della Difesa Benny Gantz: ha risposto per le rime a Ben Gvir accusandolo di essere completamente fuori strada.

L’attentato palestinese è stato compiuto sulla strada 57 nel nord della valle del Giordano in Cisgiordania, vicino allo svincolo di Hamra. Le due vittime (secondo alcuni rapporti, anche di nazionalità britannica) viaggiavano insieme alla madre – tutte dell’insediamento ebraico di Efrat, vicino Betlemme – sulla stessa auto che è stata crivellata da colpi d’arma da fuoco da un altro veicolo, finendo poi fuori strada.

In un primo momento si è pensato ad un incidente automobilistico ma tutto è cambiato quando i servizi di Pronto soccorso e la polizia hanno trovato i fori dei proiettili sul veicolo. Su un’altra auto viaggiava il padre e il marito delle vittime che ha assistito alla scena.

L’attentatore palestinese si è dato alla fuga ed ora è ricercato dalle forze di sicurezza. “Le nostre forze sono adesso impegnate nella caccia ai terroristi. È solo questione di tempo, non molto tempo, e salderemo il conto”, ha detto Netanyahu in visita sul luogo dell’attentato per la prima volta pubblicamente con il ministro della Difesa Yoav Gallant, il cui licenziamento è stato congelato. Poi, riferendosi ai nemici esterni, il premier ha avvertito: “Scopriranno che siamo uniti, compatti, sicuri di essere nel giusto”.

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