Scafati, Movimento Cinque stelle: cercasi una candidatura scelta democraticamente

Dopo una scialba opposizione in consiglio comunale, passaggi di fronte, i pentastellati scafatesi divisi tra scelte “consigliate dall’alto” e voglia di riscatto, senza contare chi non vorrebbe fare nulla per non danneggiare il centrodestra

Cosa farà il Movimento nelle elezioni amministrative di maggio a Scafati? A decidere per conto del gruppo locale è la referente provinciale che, stando agli ultimi rumor provenienti da lunghi e improvvisati tavoli tecnici, sta scegliendo al posto degli iscritti scafatesi che dal 2013 hanno sempre partecipato in autonomia (e con i propri voti) alle elezioni.

Mentre il centrosinistra e il polo civico cercano di fare fronte comune verso l’avanzata del centrodestra, con il candidato Michele Grimaldi, il Movimento 5 Stelle che si poneva da proposta, ancora una volta, si conferma spaccato dalla protesta.

Questa volta, la colpa dello scisma non è dell’ex consigliere comunale Giuseppe Sarconio che poco ha fatto emergere dell’humus grillino in Consiglio comunale negli ultimi quattro anni, né del presidente onorario del Movimento scafatese, Gennaro Avagnano, che era diventato assessore lampo di un sindaco Fdi già in caduta libera. Stavolta subentra il “Peppone” di turno. La neo nominata referente provinciale salernitana, ex deputata non rieletta Virginia Villani, è arrivata in una Scafati grillina già sull’orlo del precipizio e, sorda ai richiami di chi abita la città, sta dando una bella spinta al M5S locale. Sembrerebbe che dall’alto qualcuno abbia tirato fuori il coniglio dal cilindro.

La grillina ha deciso di puntare su Josi Della Ragione, o meglio sul suo pupillo Francesco Carotenuto. Seguendo la non confermata logica del commensale che assaggiando un buon piatto, ne diventa chef, per Villani l’amicizia tra il sindaco di Bacoli e Carotenuto basta per benedire le liste dell’aspirante consigliere che già nel 2019 non aveva ottenuto lo scranno nel pubblico consesso.

Il Movimento non ancora strutturato a livello territoriale, dall’alto delle nomine del presidente Giuseppe Conte, sta perfezionando un’impresa unica: spaccare ulteriormente il fronte anti destra e fare un gran favore a Forza Italia, Lega e Fdi, cioè gli oppositori politici del M5S, nazionale e non.

Candidato per assicurare un posto in Consiglio in primis per sé stesso (almeno secondo gran parte della sinistra locale che non gli ha perdonato il voltafaccia al ballottaggio del 2019 a favore di FdI e Lega), Carotenuto sarebbe la panchina da cui il movimento locale dovrebbe guardare Aliberti o Salvati diventare di nuovo amministratori della città. Secondo i ben informati, a non essere d’accordo con questa scelta è il gruppo territoriale, dall’ex consigliere e fino all’ultimo iscritto.

Una cosa che alla referente provinciale poco interesserebbe visto che avrebbe deciso di non seguire le indicazioni degli iscritti e andare avanti per fatti suoi. Senza un gruppo, ma sola con la stima che ha per il caro sindaco di Bacoli. Peccato che da Scafati, il mare del golfo di Pozzuoli non si intravede, ma piuttosto, i cittadini devono fare i conti con il fiume e i tanti disagi di un Paese molto complesso sia politicamente che dal punto di vista amministrativo. Il gruppo locale dei grillini, dunque, paga lo scotto di un partito disorganizzato, pieno di regole e regolamenti, ma che di fatto non sono applicati su un blog “democratico” ancora in costruzione.

Ricordiamo che l’ultima legislatura non è stata proprio idilliaca per il Movimento tra paventati cambi di casacca e polemiche interne. Il gruppo degli storici grillini scafatesi – iscritti dai temi del “vaffa day” al M5S – alla vigilia del voto 2023, dunque, ha preso le distanze dal percorso altalenante dell’ex consigliere Giuseppe Sarconio e dal suo mentore Gennaro Avagnano, sempre più papabile candidato con l’ex sindaco Pasquale Aliberti la cui ultima esperienza governativa si è conclusa con lo scioglimento dell’amministrazione per camorra nel 2017.

L’idea presentata dal gruppo all’ex onorevole era costruire ex novo, tenendosi lontani dal centrodestra, oppositore a livello nazionale e colpevole, a livello locale, di aver causato un commissariamento per camorra nel 2017 o lo sfascio attuale con l’ultimo sindacato non di certo apprezzato da gran parte della cittadinanza. Ora, fare le coalizioni – si sa – è concesso anche ai grillini, non più vergini dal primo matrimonio con la Lega e da tante altre convivenze, più o meno fortunate a livello nazionale, regionale o locale. Davanti a questa ritrovata chance, il gruppo premeva per fare un fronte anti destre.

Ma, purtroppo però, a quanto pare, per la coalizione si navigherà a vista a seconda di quello che si “decide dall’alto”. Una possibilità che non sta bene ai grillini locali, pronti a fare le barricate convinti che non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare e che non conosce persone, cose e fatti della città. La protesta, intanto, monta nel M5S scafatese che vuole evitare il compimento dell’impietoso destino dei principianti.

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