Nocera, sempre più ricoveri in barella e occorrono mesi per una visita medica

La Sanità sempre più in crisi

A Nefrologia, Chirurgia e Medicina dell’Umberto I di Nocera Inferiore ci sono continui ricoveri in barella. A lanciare l’allarme ancora una volta e la Cisl funzione pubblica con delegati aziendali e direttamente dal responsabile provinciale Alfonso Della Porta. Ricoveri che non solo riguardano chi ha bisogno di una minore assistenza, ma anche chi ha necessita di un elevato grado assistenziale. Addirittura chi deve essere sottoposto a trasfusioni ematiche o interventi chirurgici attende su barelle nei corridoi, dove, ovviamente non ci sono raccordi per l’ossigeno terapia, oltre a problemi di privacy.

In effetti il problema che non è solo all’Umberto I ma anche al Ruggi di Salerno, è dei reparti che sono pieni e non riescono a ricoverare conseguentemente rallentano anche l’attività del pronto soccorso che non riesce a liberare posti con persone che vengono curate lì dove i pazienti dovrebbero essere ospitate solo per le primissime cure. Alcuni giorni fa, anche il rappresentante della Cgil Medici del Ruggi aveva sottolineato questa impressionante situazione del maggiore ospedale della provincia di Salerno.

Lo stesso capita al presidio ospedaliero di Nocera che tra l’altro sente il peso della richiesta di prestazioni sanitarie non solo della popolazione dell’Agro nocerino ma anche quello del Napoletano. All’Umberto I, ormai ci sono problemi ad assicurare anche la trombolisi per quasi la metà delle notti nonostante l’ictus richiede un intervento celere per salvare la vita del paziente che deve essere trasferito a Salerno (quando va bene).

MESI DI ATTESA PER VISITE MEDICHE
Un residente nell’Agro che vuole prenotare oggi una visita ortopedica impiega 15 mesi per ottenere una risposta, tempi lunghi anche per le visite chirurgiche e per oculistica (non prima di fine novembre), a meno che non sottoporsi a trasferte anche oltre i 100 chilometri.

La sanità è sempre più in crisi. Se da un lato è vero che mancano i medici dall’altro non ci sono quei provvedimenti coraggiosi necessari a razionalizzare una rete ospedaliera e di assistenza territoriale che guardi in faccia alla realtà. E, invece, tra equilibrismi tra le varie pressioni politiche locali la sanità campana, come quella anche di altre regioni (in verità) rimane sempre più vittima di “mandarini” locali che impongono il loro ruolo a livello anche di programmazione.

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