Estorsioni al mercato ittico di Salerno, 5 arresti tra il capoluogo, l’Agro e il Vesuviano

La polizia indaga anche per possesso di stupefacenti

Avrebbero tentato estorsioni ai danni degli operatori del mercato ittico di Salerno, tre dei cinque arrestati ieri mattina della Squadra Mobile di Salerno, un quarto arrestato avrebbe partecipato solo ad una rapina e un quinto è indagato per detenzione di stupefacenti.

Nella rete della Dda e della Squadra mobile sono finiti: i fratelli C.A. del 1983 e M.A. del 1993 di Poggiomarino, entrambi in carcere come A.M del 1974 di Montecorvino Pugliano, accusati di rapina assieme a G.T. del 1974 di San Marzano Sul Sarno (ai domiciliari).

I primi tre sono indagati anche per le estorsioni tentate ad operatori del mercato ittico di Salerno. A.U. del 1956 di Salerno è finito in carcere per detenzione di hashish. Indagato a piede libero, un altro residente a San Marzano sul Sarno per la ricettazione di un rolex rapinato ad un commerciante del mercato ortofrutticolo.

L’INCHIESTA
Nelle indagini della squadra mobile e della Dda è emerso il tentativo da parte dei due indagati di Poggiomnarino e di quello di Montecorvino Pugliano di aggredire taluni grossisti del locale mercato ittico di Salerno al fine di ottenere il pagamento del rateo estorsivo. Alla individuazione dei responsabili dei reati, tutti sottoposti alla misura custodiale in carcere ad eccezione di un solo destinatario degli arresti domiciliari, si è pervenuti, sulla scorta delle emergenze probatorie che hanno consentito di individuarli come verosimili autori di un tentativo di estorsione commesso ai danni del titolare di uno dei punti vendita all’ingrosso.

Secondo la ricostruzione fatta propria dal giudice, la vittima, un commerciante del mercato ittico di Salerno, avrebbe ricevuto messaggi telefonici minatori nel mese di marzo 2021 dopo aver subito, nel precedente mese di gennaio, una rapina (nella quale sarebbe coinvolto G.T. di San Marzano Sul Sarno) nel corso della quale, percossa con un tubolare in ferro, avrebbe subito la sottrazione di 40.000 euro e di un orologio marca rolex (quest’ultimo acquistato da un altro Marzanese). Al fine di rappresentare la provenienza delle richieste, la vittima medesima sarebbe stata convocata ad un incontro nel corso del quale la pretesa sarebbe stata esplicitata con la chiara metodologia mafiosa. Secondo quanto ritenuto dal Giudice per le indagini preliminari, avrebbero anche consentito di cogliere la matrice camorristica del delitto.

I PRECEDENTI
Due degli indagati risultano già detenuti poiché sottoposti a fermo di indiziato di delitto nel mese di agosto 2021 per il reato di detenzione di armi aggravato dal metodo mafioso; un altro risulta gravato da precedenti penali in materia di armi e stupefacenti. Gli stessi soggetti, unitamente ad un altro concorrente identificato, sono stati individuati come responsabili della violenta rapina commessa in precedenza nei confronti dell’imprenditore, messa in stretta connessione con la successiva richiesta estorsiva.

Due dei soggetti tratti in arresto – uno dei quali è stato destinatario il 13 aprile 2021 di un agguato armato a San Marzano Sul Sarno che ne ha portato al ferimento e per il quale sono stati sottoposti a fermo di indiziato di delitto Rosario Giugliano (detto ‘o minorenne) di Poggiomarino e Nicola Francese di Pagani – avrebbero rappresentato alla vittima, di operare per conto un altro dei soggetti arrestati, a carico del quale, peraltro, la stessa Procura della Repubblica non ha ritenuto la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza quanto all’episodio estorsivo, già condannato sia per la sua appartenenza, in qualità di promotore e direttore, al clan cittadino “Panela D’Agostino”.

Questi, tuttavia, è stato colpito dal provvedimento cautelare in quanto si è ritenuta la sussistenza di gravi indizi, anche questi evidentemente allo stato delle indagini e salvo verifica dibattimentale, quanto al delitto di detenzione e cessione di sostanze stupefacenti del tipo hashish. Il giudice ha infine emesso il provvedimento cautelare, nei confronti di uno degli indagati, per il delitto di detenzione di armi comuni da sparo.

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