Salernitana Monza 3 a 0, ma nulla è stato fatto, ancora!

I Brianzoli all’Arechi con un pizzico di presunzione che costa loro molto caro

Seconda partita consecutiva della Salernitana all’Arechi, seconda per il neo tecnico granata Paulo Sousa che ripropone il 4-3-2-1 visto all’opera contro la Lazio in cui disputò un buon primo tempo. La Salernitana ha affronta il Monza in una partita da dentro fuori per i Granata che sono a sole quattro lunghezze dalla zona retrocessione.

Il primo tempo è stato tutto sommato equilibrato, con azioni da ambo le parti e la sensazione che il goal fosse nell’aria ma si è andati al riposo sullo zero a zero. Il secondo tempo invece è stato tutto di marca granata.

Il pubblico di casa, più volte incitato ad alzare i decibel dagli stessi calciatori, ha iniziato a spingere, e la Salernitana ha preso coraggio, cercando di presidiare con maggiore frequenza l’area brianzola: al 52esimo minuto la compagine del cavalluccio marino ha sbriciolata la difesa avversaria. Ci ha pensato Lassana Coulibaly ad inventarsi un tiro a giro su cui il povero Cragno ha provato ad arrivare ma è stato 1 a 0.

I Granata sulle ali dell’entusiasmo hanno continuato a macinare gioco e hanno trovato il raddoppio dopo pochi minuti con un bel sinistro al volo di Gregoris Kastanos. Il colpo del ko è arrivato da Antonio Candreva a consacrazione di una prestazione da urlo che su una respinta di Cragno ha messo in rete la palla del 3 a 0.

Risultato che poteva essere ancora più rotondo se il bomber polacco Piatek non si fosse divorato almeno un paio di goal facili facili per un calciatore del suo calibro, ma di contro ha fatto tanto lavoro sporco ed è presente in tutte e tre le azioni da goal, segno che non è importante segnare se si è in grado di fare segnare i compagni e aiutare la squadra a trovare profondità.

Il risultato tutto sommato lascia intendere una netta supremazia Granata, ma un occhio attento vede anche i demeriti di un Monza che come la Salernitana degli ultimi tempi ha perso umiltà, non ha giocato da neopromossa ed è sceso in campo con un po’ di presunzione. L’allenatore granata dal canto suo ha fatto semplicemente quello va fatto in una situazione così delicata, fare meno errori possibile e schierare i calciatori nel ruolo a loro più congeniale.

La spinta del pubblico e la dignità dei calciatori stessi ha fatto il resto. Non si vuole osannare l’ormai ex Davide Nicola e nemmeno sminuire Paulo Sousa, ma non bisogna illudersi che la Salernitana sia finalmente risorta o comunque abbia risolto definitivamente i problemi che attanagliavano la precedente gestione.

I tre punti maturati ieri all’Arechi hanno un peso enorme visto il momento delicato, ma sono un punto di partenza e non di arrivo. La strada è ancora lunga e c’è ancora tanto da dimostrare. L’errore di sentirsi forti e “arrivati” è dietro l’angolo, l’umiltà è l’unica vera arma a disposizione per raggiungere una meritata salvezza che tutto sommato è in linea con il valore della rosa rispetto alle inseguitrici.
Fabio Falcone

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