L’appello dell’agronomo Luigi d’Aquino per i lavori della rotatoria all’uscita dei caselli della A3
«Hanno cominciato a tagliare le radici superficiali, ma si può tentare ancora di salvare l’ultimo pino mastodontico in pieno centro a Nocera Inferiore, minacciato dai lavori per la costruzione dei caselli all’uscita della A3 e senza rinunciare o limitare la realizzanda opera».
A lanciare l’appello è uno dei cinque migliori fitopatologici italiani, autori di diverse pubblicazioni internazionale, il nocerino Luigi d’Aquino. «Forse l’ultimo esemplare “padre” di Pino domestico (botanicamente, Pinus pinea L.) ancora presente nel centro urbano di Nocera Inferiore, a due passi dalla piazza principale e dai luoghi del passeggio, ultimo baluardo di quei giardini che fino a pochi decenni or sono facevano di Nocera una città verde fin nei suoi più intimi meandri. Prima che il Dio cemento imponesse il suo Verbo», scrive d’Aquino, tra l’altro autore del piano del verde comunale adottato dal Comune e di una parte del Puc (piano urbanistico comunale).
L’esperto ha aggiunto su Facebook riferendosi al “pino minacciato”: «Pianta con fusto integro e possente, dalla chioma equilibrata, rigogliosa, densa, dal colore verde intenso tipico degli alberi ancora in perfetta salute. Fissiamolo nei nostri occhi perché con quello che sta accadendo sotto di esso non lo rivedremo più così. E forse non lo vedremo proprio più in piedi. D’altronde, il Dio Cemento vuole i suoi sacrifici e i suoi sacerdoti e i loro solerti parrocchiani devono pur adempiere al loro lucroso mandato.
Tanto, poi, la gente dimentica tutto, il disappunto si autocensura, la protesta monta, se pure monta, solo tra quei pochi sopravvissuti cultori di un territorio umiliato ogni giorno. Tanto, poi, basterà parlare di compensazioni, fatte o magari ancora da fare, chissà se vere o ideali, chissà dove, chissà con che piante, chissà… E le coscienze si sopiranno».