Le riflessioni del presidente dell’associazione medica società scientifica “Anardi”
Il “Mauro Scarlato” rischia di morire sotto la scure del silenzio e dello smantellamento poco a poco. A lanciare l’allarme e a chiedere di intervenire Vincenzo Santonicola, presidente dell’Associazione medica società scientifica “Anardi”.
Il medico scafatese analizza punto per punto l’opera di azzeramento di quello che fu un vanto per la sanità pubblica e rende noto le sue riflessioni da cittadino, da medico e presidente dell’Associazione Medica Anardi. Scrive Santonicola: «Continua lo sfascio dell’ex nosocomio scafatese “Mauro Scarlato”.
Fiore all’occhiello negli anni Ottanta tra gli ospedali campani siamo stati capaci di perdere e di farci annientare il modello della sanità pubblica. Morte prevista ed annunciata con la consapevolezza ed il mercimonio di chi si è venduto per un pugno di favori in tornaconto. Fumo negli occhi, per anni, di fronte alle illusioni e all’inconsapevolezza dei cittadini speranzosi e convinti di avere, ancora, quale patrimonio cittadino, un ospedale di eccellenza.
Direzione sanitaria distrettuale scomparsa e trasferita per comodità, ambulatori specialistici fatiscenti, trasferiti e privi di personale, con liste d’attesa di mesi, anche nelle urgenze. Un esempio, la neuropsichiatria infantile (giovani bullizzati, anoressici, e divenuti psicotici) che per ottenere una prima visita devono rivolgersi agli ambulatori dell’ospedale di Mercato San Severino con attese improponibili, dicono per carenza di personale. Ma intanto non assumono, dicono, per mancanza di fondi.
Perché non attingiamo, progettando, ai fondi del Pnrr prima che gli stessi, ritornano indietro? Si sfascia definitivamente l’Ospedale Covid perché non fa più comodo a nessuno e da parte di chi non capisce nulla di sanità pubblica e di organizzazione sanitaria. Mi chiedo: ma i vertici della Sanità campana a cosa mirano? È assurdo pensare che siano ignari. Mi viene da pensare che sono complici e che il fine è quello della privatizzazione.
Dieci infermieri trasferiti, con un ordine di servizio immediato, da parte della Direzione sanitaria, presso l’Ospedale di Sarno per riaprire il reparto di lungodegenza da sempre assegnato dall’atto aziendale al polo ospedaliero di Scafati. L’Asl Salerno continua a demolire il Presidio di Scafati. Si finirà per perdere anche la “cattedrale nel deserto”. Cerchiamo di essere uniti quali cittadini a prescindere dal colore politico perché sono sempre più convinto che l’unione faccia la forza, ma dia soprattutto la forza».