Corte d’Appello: “Nel 2017 ci fu un patto tra alcuni politici e camorra a Nocera Inferiore”

La sentenza conferma sostanzialmente la sentenza di primo grado e il teorema della Dda

Politica e camorra a Nocera Inferiore, la Corte d’Appello conferma sostanzialmente il giudizio di primo grado. Nell’estate del 2017, pochi giorni dopo le elezioni comunali un terremoto scosse la politica nocerina: pochi mesi prima, in vista della tornata elettorale ci fu un accodo tra Antonio Pignataro e due candidati al consiglio comunale, Ciro Eboli (per il centrodestra) e Carlo Bianco per l’area civica nel centro sinistra. Ma l’indagine della Dda e dei carabinieri del Ros si soffermò anche su altri rapporti.

LE CONDANNE
La Corte d’Appello ha sentenziato una condanna a otto anni per Antonio Pignataro, a tre anni e due mesi Ciro Eboli, a due anni e otto mesi Carlo Bianco e Antonio Cesarano (noto in città per essere stato nei primi anni Duemila vicesindaco), per questi ultimi due revocata l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Stessa pena accessoria ma per anni inflitta ad Eboli.

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Per corruzione elettorale, la Corte d’Appello ha ridotto le pene a un anno e nove mesi per Luigi Sarno, a sei mesi per l’ex consigliere comunale Nicola Maisto e quattro mesi per Francesco Gambardella. Per gli imputati si apre la strada del ricorso per Cassazione.

LE ACCUSE
Per Eboli, Bianco e Cesarano, le condanne riguardano la vicenda della costruzione della mensa dei poveri a Montevescovado. In sintesi, il boss Pignataro, si sarebbe prodigato o avrebbe detto di prodigarsi a raccogliere voti per Eboli e Bianco, in modo da ottenere l’inizio dell’iter per la realizzazione di una mensa per i poveri a Montevescovado, come redatto da una delibera di indirizzo della giunta comunale. Diversa, invece, la posizione di Maisto, indagato solo di corruzione elettorale.

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