Evasione Iva e carburanti, arresti e un sequestro da 136 milioni di euro

La base della gang era a Castel San Giorgio e nell’Agro nocerino, ma gli 82 indagati sono di tutta Italia, alcuni legati da rapporti familiari

Sono nove le misure cautelari a carico di alcuni degli 82 indagati nell’ambito di un’inchiesta della procura di Nocera Inferiore e della giardia di finanza del Nucleo di Polizia economico finanziaria di Salerno e della compagnie di Scafati e Nocera Inferiore. In corso di esecuzione anche un sequestro per oltre 136 milioni di euro. L’inchiesta riguarda il settore carburanti ed è relativa ad un’associazione per delinquere con base a Castel San Giorgio ma operante anche nell’Avellinese e nel Lazio.

ARRESTI E ACCUSE
Il G.I.P. ha disposto la custodia cautelare in carcere nei confronti del 36enne R.C., mentre ai domiciliari sono andati il 61enne padre L.C., il 31enne fratello B.C., questi tre di Castel san Giorgio, il 42enne D.B.V. di Nocera Inferiore e il 41enne F.D di Terlizzi. Divieto di dimora nelle province di Salerno e Avellino e a Roma per il 55enne M.P., il 52enne G.D.R., il 45enne G.R. dell’Agro nocerino e il 35enne V.L. di Roma.

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Sono 82 gli indagati in tutta Italia a vario titolo per associazione per delinquere, emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, ricettazione, riciclaggio e reimpiego di denaro provento di reato, omesso versamento d’imposta, sostituzione di persona, falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico.

UNA VASTA INDAGINE
Le indagini, condotte congiuntamente dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Salerno e dalle Compagnie Guardia di Finanza di Scafati e Nocera Inferiore sotto il coordinamento di questo Ufficio, hanno riguardato i promotori e gli organizzatori di un sodalizio criminale avente stabile sede operativa a Castel San Giorgio che, attraverso la gestione di 12 società di capitali, si sono resi responsabili di una ingente “frode carosello” riguardante la vendita di carburante. In particolare, secondo l’ipotesi accusatoria, allo stato confermata dal Gip, sarebbero state annotate, nell’arco temporale compreso dal 2017 al 2020, nelle scritture contabili delle società coinvolte fatture per operazioni soggettivamente inesistenti, ossia poste in essere realmente ma tra soggetti differenti da quelli indicati sul documento fiscale, per un importo superiore ai 900 milioni di euro, con una sottrazione al pagamento dell’imposta sul valore aggiunto di oltre 160 milioni di euro.

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L’EVASIONE
Il meccanismo evasivo disvelato coinvolgeva a monte alcune società titolari di depositi fiscali di prodotti petroliferi e/o destinatari registrati, con sede a Roma che – previo versamento delle accise – provvedevano alla cessione di ingenti quantitativi di carburante a società “cartiere”, in quanto prive di una reale operatività e struttura patrimoniale.

Tale transazione veniva posta in essere non applicando l’IVA, sulla base della presentazione di false dichiarazioni di intento con le quali le menzionate “scatole vuote” attestavano in modo non veritiero di essere in possesso dei requisiti di esportatore abituale. Nella fase finale dell’intera catena distributiva, lo stesso carburante, dopo essere giunto a due società dell’Agro nocerino-sarnese, di cui una nota per essere tra le cinque maggiori in Italia per distribuzione di prodotti energetici, veniva immesso in commercio.

Le società “cartiere”, nell’interporsi tra il deposito fiscale e gli operatori salemitani, non procedevano al versamento delle imposte dovute sulle cessioni, consentendo a quest’ultimi di detrarsi indebitamente l’IVA e praticare conseguentemente prezzi inferiori a quelli di mercato, con un evidente effetto distorsivo della concorrenza.

I COLLABORATORI E IL RICICLAGGIO
I soggetti economici salemitani erano gestiti dal principale indagato, dominus dell’associazione, con il fattivo contributo dei suoi collaboratori i quali, anche in assenza di formali rapporti di subordinazione lavorativa, ne curavano la gestione contabile e finanziaria. Contestualmente, sono state rilevate diverse condotte finalizzate a riciclare gli illeciti capitali accumulati, attraverso vorticosi trasferimenti di flussi finanziari, transitati su più conti corrente ed utilizzati, tra l’altro, per l’acquisto di unità immobiliari e in investimenti in ulteriori e distinte persone giuridiche.
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Gli addebiti contestati s’inseriscono nel solco di quanto già emerso nel luglio 2020 quando, nel corso di una perquisizione domiciliare venne posto sotto sequestro denaro contante per un importo complessivo 1.008.935 euro, in banconote di diverso taglio, considerato profitto dei reati tributari commessi. Rilevante e poi la contestazione a dieci persone giuridiche coinvolte nel sistema frodatorio della responsabilità amministrativa degli enti dipendente da reato, ai sensi del decreto legislativo 231 del 2001.

Si tratta, come noto, di una specifica forma di responsabilità amministrativa ascrivibile agli enti forniti di personalità giuridica in relazione ad alcuni reati tassativamente indicati dal legislatore commessi, nell’ interesse o a vantaggio dell’ ente, da persone fisiche che rivestono funzioni di rappresentanza, di amministrazione o di direzione (“apicali”) o da persone sottoposte alla direzione o alla vigilanza di uno dei predetti soggetti (“sottoposti”), i quali non devono avere agito nell’interesse esclusivo proprio o di terzi.

Nei casi peri quali la procura nocerina procede e stata contestata l’ipotesi di responsabilità amministrativa dipendente da reati tributari, in ossequio ad una modifica normativa intervenuta nel 2019. Infine, per quanto attiene alle misure cautelari reali, il sequestro operato nella forma diretta e per equivalente riguarda, nella misura di oltre 108 milioni di euro, due società a responsabilità limitata, che avrebbero utilizzato le fatture soggettivamente false.

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L’IMPEGNO
L’attività odierna costituisce testimonianza dell’impegno profuso dalle Autorità preposte, Procura della Repubblica e Guardia di Finanza, a tutela degli interessi erariali, nel settore della commercializzazione e distribuzione dei carburanti particolarmente esposto al rischio di frodi.

Deve altresì evidenziarsi che i risultati sono stati conseguiti anche grazie al coordinamento gestito dalla Procura di Nocera Inferiore fra il Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Salerno e le Compagnie Guardia di Finanza di Scafati e Nocera Inferiore, reparti che, nel 2 corso degli anni 2020 e 2021, a causa dell’ emergenza pandemica COVID 19, sono stati in larga parte esonerati dagli adempimenti amministrativi concernenti le verifiche fiscali ed hanno potuto destinare le proprie risorse alle ben più utili e proficue indagini di polizia giudiziaria, come dimostrano i risultati ottenuti.

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