A Chi l’ha visto le testimonianze di alcuni genitori sull’organizzazione scolastica a cui appartiene la scuola dove si è suicidato il 17enne di Battipaglia
Alla trasmissione Chi L’ha Visto sono arrivate alcune segnalazioni sull’esperienza di un anno nei corsi alla Ef Academy, l’organizzazione scolastica internazionale con sede centrale in Svizzera che raccontano una realtà diversa da quella propagandata dagli opuscoli.
Testimonianze che sono arrivate alla trasmissione di Rai 3 che tratta il caso di Claudio Mandia, il 17enne di Battipaglia suicidatosi mentre era nella scuola a New York anche se in fase di espulsione, per aver copiato un compito. In collegamento, questa sera, da New York Mauro ed Elisabetta Mandia. In studio con la conduttrice Federica Sciarelli una ragazza ospite di una famiglia “selezionata” dalla Ef per vivere un’esperienza di studio negli States.
LA PRIMA TESTIMONIANZA
Una ragazza che aveva vissuto un’esperienza negli Usa con la Ef e la mamma hanno raccontato quanto accaduto loro. Ospitata da una delle famiglie che la Ef garantisce come selezionate, nei pressi di Huston in Texas, avrebbe vissuto un’esperienza tremenda. Il clima nella famiglia ospitante si era da subito rovinata, a causa della “mamma ospitante” alcolizzata e che la ragazza italiana aveva soccorso più volte chiamando anche il 911 (il nostro 112).
La giovanissima italiana si sarebbe presa cura anche di un’altra ragazza, tedesca, più piccola di lei, ospite dello stesso programma scolastico. Una sera il “papà ospitante” sparò al vicino per farsi ridare il cane. Un clima di violenza e surreale conclusosi con la ragazza messa alla porta, isolata per giorni anche dai familiari. Addirittura, a scuola le avrebbero detto di trovarsi da sola un’altra famiglia ospitante negli Usa.
LA SECONDA TESTIMONIANZA
Un’altra ragazza italiana ospite in Africa della stessa organizzazione Ef. Era in una famiglia che avrebbe coltivata addirittura marijuana e avrebbe chiesto di andare via. Finita in un residence, dove alcuni ragazzi sono stati poi contagiati dal Covid e sono stati cacciati via. Un ragazzo ha chiesto di essere visitato da un medico, ma l’Ef non avrebbe provveduto, tanto che il giovane avrebbe chiesto alla testimone che si è rivolta a Chi L’ha visto di chiedere a scuola, la ragazza lo avrebbe fatto, senza ottenere nulla.
TERZA TESTIMONIANZA
Un ragazzo al ritorno in Italia dagli Stati Uniti per le vacanze di Natale, ha raccontato la madre a Chi l’ha visto, era talmente dimagrito (aveva perso 20 chili) che non era stato riconosciuto dai genitori all’aeroporto. Il minorenne italiano frequentava in Italia un liceo linguistico, ma nonostante le richieste dei genitori sarebbe stato mandato in una sorte di istituto tecnico. Era in una famiglia ospitante con un ragazzo tedesco: li facevano mangiare in cucina e non in sala da pranzo, non avevano un armadio né uno scrittorio.
La “mamma” ospitate avrebbe dovuto prepararsi da mangiare e farsi la spesa da solo, nonostante la retta fosse comprensiva di vitto e alloggio. Spesso avrebbe mangiato malissimo e avrebbe saltato la cena e il pranzo. Trovata una nuova famiglia, l’Ef lo ha espulso e per uscire da casa della famiglia ospitante è stato chiuso nel cottage. Il padre lo avrebbe recuperato dopo che il figlio sarebbe uscito da una finestra e avrebbe scavalcato un cancello alto due metri.
LA DIFESA DI EF
L’organizzazione con sede in Svizzera ha ribadito che la sicurezza e il benessere della loro comunità scolastica è il principale obiettivo, descrivendo una situazione del tutto diversa da quella che i testimoni hanno rappresentato.
PAPÀ E MAMMA MANDIA
Nelle ultime ore si è saputo della richiesta della scuola di trasferire la denuncia civile davanti alla giustizia Svizzera dove ha sede l’organizzazione scolastica. Ipotesi alla quale si oppongono i genitori di Claudio.
«Non stiamo parlando di una questione commerciale, non interessa – sottolineano Mauro ed Elisabetta Mandia -. Nostro figlio è stato sottoposto a trattamenti di cui non eravamo stati informati, nostro figlio è stato sottoposto a delle cose che sono inaccettabili. Nostro figlio è stato torturato, è stato maltrattato, ha subito delle cose che sono impensabili in un paese civile, tutto questo senza informarci preventivamente che la scuola avrebbe utilizzato questi metodi. Nostro figlio è morto! Siamo senza parole. Più passano i mesi e peggio è. Dopo lo choc resta il vuoto enorme e soprattutto tante domande: è morto a scuola a cui lo avevamo affidato e questa è una cosa di cui vogliamo avere conto. Vogliamo un processo giusto. Giustizia per Claudio, qui dove è accaduta la tragedia».