8 a 2, l’Atalanta asfalta le ceneri della Bersagliera e fa saltare la panchina granata

Esonerato Nicola non è il solo a dover pagare

Atalanta Salernitana 8 a 2… Una delle sconfitte peggiori della storia del calcio italiano. Per trovare qualcosa di simile bisogna andare indietro di quasi trent’anni e se si aggiunge il fatto che il portiere granata Ochoa è stato il migliore in campo, va da sé che il resto è del tutto incommentabile.

Ma di chi è la colpa di un disastro simile. Poco fa, la società granata ha esonerato Davide Nicola. Come sempre nel calcio a pagare in primis è l’allenatore ma siamo sicuri che è davvero sua la colpa? O meglio, tutta sua? Il patron Danilo Iervolivo ha abituato i Salernitani ad un pensiero diverso, rivoluzionario e scevro da sovrastrutture e imposizioni esterne. Ebbene che continui a farlo anche in questo caso dando una scossa all’ambiente senza precedenti.

Non si tratta di essere pro Davide Nicola perché anche l’allenatore granata ha le sue colpe, ha perso un pò la bussola e predicava nel caos, ma lo stesso caos è stato creato dal direttore sportivo Morgan De Sanctis che ha condotto una campagna acquisti in estate del tutto caotica e senza badare agli equilibri tra i reparti e soprattutto puntando interamente su scommesse e calciatori fuori da tempo dai piani tecnici delle rispettive squadre. Un direttore inesperto che in ogni conferenza assume un atteggiamento a tratti presuntuoso è stato capace di distruggere quanto di buono fatto dal precedente ds Sabatini. Parte del merito del miracolo calcistico dello scorso anno è targato Davide Nicola.

Un esonero che arriva in ritardo, bisognava farlo nella finestra del campionato del mondo che ha concesso a tutte le squadre quasi due mesi di stop in cui un nuovo allenatore avrebbe avuto tutto il tempo per plasmare la squadra a suo piacimento e stendere le linee guida per il prossimo mercato di gennaio. Un occhio attento e navigato, se il problema fosse stato davvero Nicola, avrebbe preso la palla al balzo e soprattutto la responsabilità di esonerare l’allenatore in quel momento approfittando delle vacanze forzate. Adesso è tutto troppo semplice. Esonerare l’allenatore dopo una sconfitta simile sarebbe stato una passeggiata per tutti. Farlo con dieci punti in più in classifica e dopo un filotto di risultati positivi sarebbe impresa di un uomo forte e consapevole.

Il presidente deve dimostrare adesso a tutto l’ambiente che la Salernitana non è un semplice giocattolo preso tanto per, come pensano molto tifosi ormai da tempo, ma uscire allo scoperto e in prima persona prendere in mano la situazione. Nel calcio non esiste compassione, chi sbaglia paga. Del resto non si manda sotto un ponte qualcuno che arriva a stento a fine mese: queste professionisti del calcio prendono fior fiore di quattrini e il dovere di un imprenditore è quello di tutelare la sua azienda. Seguiranno sviluppi
Fabio Falcone

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