L’Asl cerca 32 sanitari. Ecco dove, quanto costeranno, cosa si poteva e doveva fare e cosa si può fare per evitare che la situazione peggiori
Nel 2014, in un’inchiesta di Salvatore De Napoli e Giuseppe Colamonaco per RTAlive, ripresa da Le Cronache, si titolava «Nei prossimi 10 anni non ci saranno medici nei Pronto soccorsi, li dovremo pagare a peso d’oro». Purtroppo, la nefasta previsione per la provincia di Salerno, causa anche di quota 100, è arrivata due anni prima. Purtroppo RTAlive aveva visto giusto, del resto bastava leggere i dati, con buona pace dei soliti sapienti e superesperti che all’epoca attaccarono la nostra testata accusata di fare allarmismo.
L’ARRIVO DEI MEDICI A GETTONE
Pagati 60 euro l’ora arrivano 32 medici a “gettone” negli ospedali dell’Asl Salerno, per coprire i turni nei reparti carenti di personale e non solo ai pronto soccorsi. I rinforzi sono destinati ai reparti di Medicina e Chirurgia d’accettazione e urgenza, perlopiù pronto soccorsi e saranno 8 all’ospedale di Sarno, 6 a quello di Nocera Inferiore, 5 a Battipaglia, 4 a Sapri, 3 a Polla, 3 a Oliveto Citra, 2 a Vallo della Lucania, 8 e 1 a Eboli.
QUANTO COSTANO
Un medico a gettone costa 60 euro l’ora. Per un turno di 12 ore giornaliero, un camice bianco sarà pagato 720 euro al giorno. In un mese dovrebbero svolgere 38 ore la settimana e quindi a fine mese percepiranno 9.120 euro al mese. Insomma, all’interno dello stesso reparto ci saranno colleghi che costeranno di più all’Asl ed altro meno, con sanitari.
COSA SI POTEVA E DOVEVA FARE
RTAlive non aveva certamente doti di preveggenza anche perché all’inizio del 2014 i dati per la previsione erano quelli al 31 dicembre 2012. La situazione fu facile da farsi ed oggi tutti concordano che nei prossime anni sarà ancora peggio. Dal 2012 potevano essere formati e specializzati i medici necessari. Una classe di incapaci e parolai al potere, di centrodestra e centrosinistra per la sanità ha fatto poco o quantomeno nona sufficienza.
COSA DI PUÒ FARE
1) Razionalizzare il numero degli ospedali, sono troppi e non si possono tenere aperti per motivi politici o quantomeno i reparti.
2) Raddoppiare il numero di accessi alla facoltà di Medicina e, soprattutto, alle specializzazioni (già oggi fuoriescono dal circuito lavorativo molto di più di quelli che entrano.
3) Visto l’alto costo del ciclo di studi per u medico (pagato anche durate la specializzazione) l’obbligo di prestare servizio per la sanità pubblica almeno per il periodo di studi. Si fa all’estero e per altre amministrazioni dello stato, dove l’obbligo arriva quasi al doppio del ciclo di studi.