La divisione in due di Nocera fu il primo atto di una condanna e c’è chi la festeggia…

Dopo il decreto di re Ferdinando II, Nocera Superiore venne sciolta per tornare unita con Nocera Inferiore, ma si oppose Salerno: oggi a fare gioco a chi da anni si oppose sono alcuni Nocerini

Il sindaco di Nocera Superiore, Giovanni Maria Cuofano, ha posizionato in aula consiliare, ieri, il decreto di re Ferdinando II che istituì i Comuni di Nocera Superiore e Nocera Inferiore. Il primo cittadino, durante la cerimonia, ha sostenuto che, il passo identitario voluto dalla sua Amministrazione, è anche un segnale verso l’unione dei comuni dell’Agro.

Attualmente, l’unica visione comprensoriale dell’Agro, è nata anni fa grazie all’ex sindaco di Nocera Inferiore Manlio Torquato, e cioè il comitato della conferenza dei comuni, il cui presidente è il sindaco di Corbara Pietro Pentangelo. Quindi un cammino verso la pro-unione non è partito da Nocera Superiore. Ma, se si vuole l’unione dei Comuni dell’Agro, la riunificazione delle due Nocera dovrebbe essere la prima tappa fondamentale, poiché storica e identitaria, più di altre. Una contraddizione, invece, la città dell’Agro. La logica vorrebbe prima l’unificazione delle due Nocera, poi la costituzione di un’area vasta.

UNA DIVISIONE CHE SEGNÒ IL DESTINO
A testimonianza di questo rigore logico lo scioglimento del Comune di Nocera Superiore dopo il decreto del re Ferdinando II sulla divisione delle due Nocera. Ce lo dice uno storico di lungo corso, Antonio Pecoraro, nel 2016 sul quotidiano Le Cronache: «Quando il dott. Giulio De Angelis, primo Sindaco di Nocera Superiore, si rese conto di come erano veramente andate le cose, fece votare dal suo Decurionato la soppressione del Comune di Nocera Superiore e la conseguente unione con quello di Nocera Inferiore.

Una unione che fu però impedita dalla prefettura di Salerno, controllata dal capoluogo provinciale, appunto Salerno, che temeva di avere a poca distanza da sé una città popolosa ed economicamente forte come sarebbe stata Nocera unita. Questa è la verità storica e con questa bisognerà confrontarsi al momento opportuno».

LA LOGICA DEL DIFFERENZIARSI O DEL BENEALTRISMO
Stando alla stretta attualità, il primo cittadino Cuofano, è contrario alla costituzione dell’azienda consortile per il Piano di Zona, ha perplessità sul sub-ambito Eda per la raccolta dei rifiuti (dopo aver appoggiato l’idea che la gestione dei rifiuti della sua città avesse più coerenza perfino con Vietri Sul Mare che con la confinante Nocera Inferiore, idea asfaltata dalla costituzione del subambito della Costiera amalfitana, con la cittadina vietrese a farne parte), vuole cambiare il nome di Nocera Superiore in Nuceria, senza tener conto della sorella Nocera Inferiore che ha lo stesso nome e le stesse origini.

La domanda è lecita, come può un sindaco, alla luce di questi distinguo, professare l’unione dei comuni dell’Agro? Non è che sia interessato più “ad altro”, qualunque proposta che arrivi dai suoi colleghi? Possibile che tutti gli altri primi cittadini siano sempre nell’errore clamoroso e solo Cuofano abbia ragione con le sue proposte diverse? Attendiamo risposte.

LO STUDIO
Sulla riunificazione delle due Nocera, pensiamo sia lecito prima attuare uno studio di fattibilità e poi chiedere ai Nocerini di esprimersi con un referendum. Decida il popolo, decidano i Nocerini sulle due Nocera. Nel 2012 in un sondaggio pubblicato nella tesi di laurea del collega Luca Denis Nota, entrambe le cittadinanze nocerine indicarono ad ampia maggioranza la volontà di unire le due città.

Uno studio serio senza impelagarsi in operazioni di costruzione di un’identità diversa che suscitano ilarità quando non il sonno, un sonno che rischia di avvolgere anche Nocera e con esse tutto l’Agro nocerino: Nocera, come Parigi, val bene una messa… specie quando questa è destituita di fondamento.
Giuseppe Colamonaco

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