Di Tullo della Ssd security di Nocera Inferiore non commise alcun reato
«Sono innocente, su di me solo fango, ma la giustizia ha trionfato, ed ora si scriva la verità». Sono state queste le prime parole di Domenico Di Tullio il carabiniere in congedo, titolare di una agenzia di Investigazione e Security a Nocera Inferiore e processato per estorsione dopo la denuncia dei suoi ex vigilantes.
È arrivata l’assoluzione piena per Domenico Di Tullio, il carabiniere in congedo, titolare della nota società di investigazioni e sorveglianza SSD Security di Nocera Inferiore, finito sotto processo a seguito delle denunce di alcune guardie giurate che lavoravano per lui e che lo avevano accusato di estorsione e di falso in busta paga. A distanza di circa 6 anni dallo scandalo e a seguito di due procedimenti, uno penale e l’altro dinanzi al giudice del lavoro, per l’ex “lupo” salernitano è arrivata la doppia vittoria giudiziaria con completa assoluzione perché il fatto non sussiste.
Domenico Di Tullio per anni ha fatto parte del Reparto operativo di Salerno dei carabinieri e apparteneva al gruppo chiamato dei “Lupi” proprio per la capacità del gruppo di controllare il territorio grazie ad astuzia, intelligenza, e fiuto, potendo contare, al pari dei lupi, di udito ed olfatto estremamente sviluppati, permettendogli così di scovare i malviventi, soprattutto gli spacciatori. Più volte al centro di operazioni delicate, di conflitti a fuoco e spesso oggetto di minacce ed intimidazioni da parte di personaggi storici della malavita locale come i Persico, i D’Agostino e altri, Di Tullio si è sempre distinto per capacità operative ed impegno.
Smessi i panni del carabiniere, Di Tullio aveva dato vita ad una importante società di security ed investigazioni che in breve tempo si era affermata sul territorio dell’Agro, fino alle accuse infamanti e al processo.
«La giustizia trionfa sempre, ci è voluto un po’ di tempo ma alla fine la verità è venuta a galla- ha affermato Di Tullio che da uomo di legge ha vissuto male la vicenda – sento il dovere di ringraziare il mio avvocato Vincenzo Calabrese che ha creduto in me sin dall’inizio e che è riuscito a provare la mia assoluta innocenza. Anzi, dinanzi al tribunale del Lavoro, sono riuscito anche ad ottenere il risarcimento di quanto i miei ex dipendenti mi dovevano, in totale ho ottenuto circa 10 mila euro a riprova che erano loro ad essere in debito con me e non io con loro come volevano far credere con false accuse. Ora come sono stato infangato è giusto che mi venga ridata la mia dignità. Grazie a chi ha sempre creduto nella mia onestà e mi è stato a fianco in questi anni» – ha concluso Di Tullio -.
Domenico Di Tullio nel 2014 fu accusato di estorsione ai danni di cinque dipendenti, costretti a loro dire, a firmare dimissioni in bianco e a percepire uno stipendio inferiore a quello dichiarato. Un braccio di ferro sia civile che penale quello tra il noto imprenditore nocerino e parte dei suoi dipendenti che portarono il caso anche dinanzi al giudice del lavoro impugnando i licenziamenti camuffati da dimissioni volontarie.
Tutte le accuse nei confronti di Di Tullio sono cadute ed i cinque ex dipendenti sono stati anche condannati a pagare le spese processuali. Uno dei cinque vigilantes, che al momento del licenziamento non aveva restituito la pistola, è stato condannato anche a risarcire il valore dell’arma.
Luisa Trezza