La Corte d’Appello di Salerno ha detto no anche al risarcimento dei danni: il Comune dovrà aumentare solo leggermente quanto aveva determinato per l’esproprio dell’area
Gli eredi Russo-De Francesco avevano avanzato una richiesta di 2.850.000 euro per l’esproprio del parcheggio di Parcheggio di via Canale più il risarcimento danni dal 2004 in poi, ma il Comune di Nocera Inferiore dovrà pagare solo 630mila (ne aveva stabilito 430mila euro) solo per l’acquisizione dell’area e null’altro. Ora i proprietari potranno ricorrere per Cassazione, lo stesso potrà fare il Comune per l’ammontare dell’indennità di esproprio.
IL CASO
Tra il Comune e gli eredi Russo De Francesco dell’area di via Canale dove oggi è il parcheggio una lunga storia giudiziaria che ha sempre visto notevolmente ridimensionate le richieste nei confronti del Comune. Oggi, l’Ente registra una nuova vittoria con il respingimento della maxi richiesta (salvo ricorso per Cassazione) da parte della proprietà per oltre 2.850.000 euro contro la stima che l’amministrazione del sindaco Manlio Torquato aveva fatto di 430mila euro (ne dovrà , poco di più, 610mila euro).
Tra il Comune e i proprietari Era stato concluso un contratto di concessione con canone di euro 1.040 al mese dell’area dove è oggi il parcheggio di vi Canale, scaduto il 31 gennaio 2004. Di seguito, la proprietà aveva richiesto il permesso alla realizzazione di box interrati, con verde sovrastante, negato dal Comune di Nocera Inferiore, che ha continuato a detenere il bene. E così i Russo De Francesco hanno ritenuto che l’indennità dovesse tener conto dei danni patiti dai proprietari nel corso degli anni per la negata possibilità di realizzazione di box interrati e di parcheggio pubblico.
Il Comune, con la giunta del sindaco Manlio Torquato, si era opposta alla richiesta (i suoi calcoli erano di 430mila euro), facendo anche rilevare la parziale inammissibilità del ricorso in relazione alle domande risarcitorie, non rientranti nella competenza funzionale in unico grado della Corte di Appello. Quanto al calcolo delle indennità eseguito dal consulente di parte, il Comune lo ha contestato in quanto riferito non al valore venale dell’area, ma alla redditività della azienda funzionante come parcheggio.
L’ORDINANZA DELLA CORTE D’APPELLO
La Corte d’Appello ha prima di tutto stabilito che non aveva una competenza sulle questioni risarcitorie da occupazione illegittima, che vanno fatte valere in altra sede. Insomma, non sono di competenza della Corte di Appello le domande volte a determinare il pregiudizio patrimoniale derivato agli eredi Russo De Francesco prima del decreto di esproprio, dove lamentavano l’occupazione dell’area da parte comunale e la perdita di redditività.
Passando ad altro punto, i giudici di secondo grado hanno posto l’attenzione sulle particelle interessate dal decreto di esproprio effettuato dal Comune di Nocera Inferiore: essendo al centro città e destinate dal Puc a parcheggio pubblico, il consulente della Corte d’appello ha calcolato in 610mial euro la indennità in base al valore venale dell’area.
I giudici hanno deciso che non potevano riconoscere la liquidazione della indennità di occupazione legittima, pur dovuta dalla dichiarazione di pubblica utilità, visto che non ha formato oggetto di specifica domanda che andava tempestivamente formulata in via autonoma rispetto alla indennità di esproprio. Nulla è dovuto, inoltre, come rivalutazione monetaria trattandosi di debito di valuta ed in difetto di prova del maggior danno.
LA LUNGA VICENDA
Pur essendo possibile un ricorso per Cassazione, si mette un punto fermo ad un contenzioso rientra nel lungo braccio di ferro che dura da oltre 40 anni sull’area di via Canale. Negli anni Duemila si era favoleggiata di milioni e milioni di euro, fino a nove, da pagare a privati per l’occupazione dal terremoto del 1980 in poi per 20 anni, ma la cifra, anche in questo caso si era drasticamente ridotta, come è diminuita anche per questi altri 2,8 milioni di euro.