La Curva sud della Salernitana invita la tifoseria a non seguire la squadra nella capitale per protesta contro la limitazione dei supporter granata all’Olimpico
Tiene banco in queste ore il comunicato della “Curva Sud Siberiano” dello stadio Arechi di Salerno. Pronti a disertare in massa lo stadio Olimpico di Roma in occasione della disputa tra Lazio e Salernitana di domenica prossima. I tifosi granata lamentano la decisione di considerare la partita “a rischio” con conseguente riduzione cospicua dei posti messi a disposizione per assistere alla partita nel settore ospite.
La considerazione di fondo è che nessuna partita di calcio può definirsi “non a rischio”. Anche nelle partite in cui si svolgono i gemellaggi, non è stato sporadico assistere a capovolgimenti di fronte o a colluttazioni. Dove vi è una contesa e dove sono presenti due fazioni opposte vi è sempre un rischio. Sarebbe stato meglio giustificare questa decisione in maniera chiara, magari dimostrando l’impegno delle forze dell’ordine in altre iniziative, altrettanto o più importanti di una partita di calcio. Sarebbe stato meglio trovare altra giustificazione e non “partita a rischio”. La proibizione è sempre una sconfitta per tutti: in Italia lo è ancora di più.
Quel che resta del “Bel Paese” ormai è intrinseco in questi atteggiamenti, meglio la scorciatoia che provare ad impegnarsi a risolvere il problema. Meglio dire no che investire tempo e risorse per migliorare la qualità della vita. Tutto troppo semplice così ma si ottiene l’effetto contrario: si insinua la frustrazione. È vero che il calcio di oggi è teatro di scontri e di atti punibili a ripetizione, ma è anche vero che lo si è portato in questa direzione facendo poco o nulla in questi anni. Adesso, quando l’ordine pubblico potrebbe sfuggire di mano, ci si ripara dietro una privazione.
Non funziona così, non può essere così semplice dirigere un evento di queste proporzioni e sperare di ottenere consensi. L’Inghilterra lo dimostra: un paese falcidiato negli anni da scontri di stampo quasi terroristico negli stadi e fuori, eppure oggi non adotta nemmeno barriere tra gli spalti e il campo. Sono forse più intelligenti degli Italiani? No, non lo sono e questo si evince dal fatto che la proibizione come metodo è adottata non solo nel calcio, ma spesso anche in altri settori, trascurando l’educazione, la spiegazione e l’esempio, e nel contempo lasciando il campo a chi vuol fare quel che crede. Se non si investe nella maturazione di una società si rischia la depressione e quindi la regressione che è induce alla disgregazione sociale.
Tornado alla ” Curva Sud Siberiano” , dopo un anno passato nella disperazione e nella precarietà, dove la tifoseria granata ha dimostrato in lungo e in largo in tutta Italia di essere matura oltre la logica e di rispettare gli impegni al pari delle altre tifoserie nazionali, questa decisione appare decisamente fuori luogo e frutto della solita approssimazione o di un pomeriggio passato altrove preferendolo ad un incontro riflessivo insieme al questore della Capitale.
IL MESSAGGIO DELLA CURVA SUD
La Curva sud Siberiano in un comunicato sottolinea che “Le trasferte, quelle vere, sentite, palpitanti, vissute come uno stato mentale di difesa della propria città e del proprio “status” di ultras. Nel mondo del politicamente corretto e dell’apparire piuttosto che dell’essere, una espressione del genere non è concepita nel modo appropriato… Noi non siamo né corretti, né, tantomeno, tolleranti o stupidi”.
Gli Ultras aggiungono: “A Roma l’ennesima vigliaccata di un mondo calcio ormai alla deriva, vittima di sé stesso, della propria falsità e di gente INCAPACE che è chiamata a gestire una cosa più grande di sé… 500 biglietti in un settore che ne può contenere dieci volte in più è una offesa ad una tifoseria, ad una intera città e alla nostra intelligenza”.
E ancora: “NON CI PIEGHEREMO a questi ricatti e a queste decisioni sciocche e senza alcun senso, (abbiate il coraggio, ndr) DI VIETARE LA TRASFERTA PER MANIFESTA INCAPACITÀ GESTIONALE. 500 biglietti significa fare una lotteria tra chi deve partire e chi deve rimanere a casa e noi questa cosa non la faremo mai. NOI NON CI SAREMO E CHIEDIAMO A TUTTA LA TIFOSERIA SALERNITANA DI FARE ALTRETTANTO. QUEL SETTORE DEVE RIMANERE VUOTO E DEVE RAPPRESENTARE LA VERGOGNA DI UNA DECISIONE PRESA SENZA ALCUN SENSO LOGICO”.
Fabio Falcone