I Granata gelano l’Olimpico, gli increduli biancocelesti a testa bassa negli spogliatoi
Gli obiettivi si visualizzano, si costruiscono e con un tempo più o meno breve si raggiungono. Presto per dire se l’obiettivo di essere “squadra” consolidata e cinicamente costante sia stato raggiunto per la Salernitana, ma è quello che si staranno ancora chiedendo i tifosi della Lazio presenti ieri allo stadio Olimpico di Roma. Chi si aspettava una passeggiata di salute da parte dei Biancocelesti è rimasto incredibilmente deluso.
Una buona Salernitana nel primo tempo affronta una Lazio con le sue certezze da grande squadra e in scia positiva, ma è solo una distrazione che permette al solito Zaccagni di bucare il portiere Sepe e portare i Laziali in vantaggio sullo scadere del primo tempo. Per il resto sembra una partita molto livellata. Ma i Granata non ci stanno. Inizia il secondo tempo sulla falsa riga del primo, con la convinzione giusta, però, e la rabbia di chi sa di non aver demeritato fino a quel momento.
Il solito Mazzocchi fa partire un cross filtrante in area agganciato da un indomito Antonio Candreva che non ci pensa due volte e con un delizioso pallonetto riporta la partita in parità. Non esulta l’ex Lazio, ma la gioia di un goal da cineteca e dura da mascherare.
Le squadre si affrontano a viso aperto con occasioni da entrambe le parti. Sponda biancoceleste ci pensa Vecino a sbagliare un goal a due passi da Sepe mentre Fazio non si lascia pregare e su una ribattuta insacca alle spalle di Provedel la rete che vale l’1 a 2 per i granata. La Lazio incredula tenta di reagire ma in maniera confusionaria, sorretta più che altro dalla rabbia e perde lucidità e la Salernitana ne approfitta. Un ritrovato Bradaric si invola sulla fascia sinistra e fa partire un cross rasoterra sul quale arriva il solito Dia che in scivolata mette in rete ed è 1 a 3 e game over.
La Salernitana si dimostra essere una squadra che si esalta con le grandi, cinica e sbarazzina e senza timori reverenziali. Vero è che una squadra che lotta per la salvezza, in questa fase del campionato, può permettersi il lusso di giocare senza aver nulla da perdere o quasi in partite di questo tipo e con un buon margine sulla zona retrocessione. I Granata non sono sembrati spregiudicati, ma convinti e decisi su cosa fare. I giocatori sanno di non appartenere al gruppo di coda del campionato e vogliono dimostrarlo su ogni campo.
Bravo mister Nicola che schiera Candreva mezz’ala al posto di un Tammy Vhilena ormai l’ombra di se stesso nelle ultime uscite. Bravo ad aver aspettato Bradaric che ieri si è candidato prepotentemente a riprendersi la fascia sinistra permettendo ai Campani di avere così due frecce sulle fasce invidiabili da qualunque altra squadra. Bravo Nicola a trasmettere consapevolezza a questa squadra e a dimostrare che può finalmente gestire un gruppo dall’inizio alla fine del campionato, forse scrollandosi definitivamente di dosso l’etichetta di allenatore utile solo a chi deve salvarsi.
Nell’arco di un campionato i passi falsi capitano a qualsiasi formazione, così come i momenti di esaltazione, quello che la Salernitana deve essere brava a fare ed a mostrare è di vincere o perdere sempre da squadra. Se si incontra chi è più bravo, pazienza, fa parte del gioco, ma la debacle di Sassuolo per intenderci è un interruttore che non dovrebbe mai spegnersi se si vuole essere definiti “squadra”.
L’allenatore Nicola ha tra le sue una caratteristica inequivocabile ed è quella di non mollare fino all’ultimo secondo di una contesa ed è questo che ci si aspetta ogni domenica dalla Salernitana. Adesso all’orizzonte c’è la Cremonese, terz’ultima partita prima della sosta per il mondiale dopo il quale non è dato sapere come si ripresenteranno le squadre tra vacanze e impegni vari dei giocatori chiamati a difendere le proprie nazioni. Bisogna quindi fare più punti possibile e scongiurare qualsiasi fantasma possa presentarsi.
La partita con la Cremonese, fanalino di coda, arriva nel momento migliore della stagione, sulla scia di un entusiasmo che investe tutto l’ambiente, in casa propria e con un +10 sulla zona retrocessione. Vietato sbagliare quindi ma è doveroso godersi il momento. Poco più di un anno fa, nessuno avrebbe mai pensato e forse nemmeno sognato di avere un presidente con questo blasone e una situazione di classifica così florida dopo un quarto di campionato e soprattutto con una squadra così forte ed una prospettiva futura altrettanto intrigante.
Salerno sogna, abbatte record e sfata tabù impensabili ed è questo quello che conta in questi momento, ridare gioia ad un ambiente abbandonato a se stesso dalla precedente gestione ma anche se in piccola parte, ieri la Salernitana ha rispedito al mittente quanto tolto.
Fabio Falcone