Le priorità del colonnello Filippo Melchiorre, nuovo comandante provinciale del carabinieri di Salerno, dopo aver retto comandi importanti come il Gruppo di Torre Annunziata. Il pensiero rivolto a sindaci e scuole, il ricordo del tenente Marco Pittoni
«Tutelare le fasce deboli, le donne vittime di violenza, i giovani, gli anziani spesso soggetti a truffe. E, ancora, uno sguardo al mondo del lavoro e all’ambiente». Sono queste le priorità che, in un’ottica di continuità, si è prefissato il nuovo comandante provinciale dei carabinieri di Salerno, colonnello Filippo Melchiorre, che questa mattina ha incontrato gli organi di informazione.
47 anni, originario di Gioia del Colle, sposato con due figli, si è arruolato nel 1994, ha frequentato il 176 Corso Allievi ufficiali all’Accademia Militare di Modena e successivamente la Scuola ufficiali carabinieri di Roma. Laureato in Giurisprudenza e Scienza della sicurezza, ha frequentato un Master universitario in Tecniche di comunicazione ed uno in Sicurezza, coordinamento interforze e cooperazione internazionale. Nell’ultimo anno, ha frequentato il 37esimo Corso di Alta Formazione presso la Scuola Forze di Polizia in Roma.
L’ESPERIENZA DI TORRE ANNUNZIA TRA E IL RICORDO DEL TENENTE MARCO PITTONI
È stato comandante del gruppo carabinieri di Torre Annunziata (2016-2019). E proprio per questa sua esperienza, ha voluto ricordare con la stampa il tenente Marco Pittoni. «Sono stato – ha detto – tre anni a Torre Annunziata, un periodo molto bello dove ho ricevuto tanto dal territorio. Lì ho avuto modo di apprezzare la figura di un grandissimo ufficiale che era il tenente, medaglia d’oro al valor militare, Marco Pittoni, purtroppo vittima in un conflitto a fuoco a Pagani per mano di un giovane di Torre Annunziata. Quel periodo mi ha dato modo di comprendere la realtà campana ma sicuramente conoscerò in maniera capillare anche il territorio della provincia di Salerno nel suo insieme».
L’IMPORTANZA DEI SINDACI E DELLE SCUOLE
«Un ulteriore pensiero voglio rivolgerlo proprio ai 158 sindaci del territorio perché non si può fare nulla da soli. L’arma dei carabinieri è inserita nel territorio e i sindaci rappresentano il primo contatto nel contribuire alla sicurezza delle realtà che amministrano». Tra i suoi obiettivi, anche quello di andare nelle scuole per un contatto diretto con i giovani.
«Quando avevo 18 anni – ha raccontato il colonnello – un carabiniere incontro gli studenti del liceo che frequentavano. L’incontro con quell’ufficiale mi ha fatto capire che volevo entrare nell’Arma. Il mio piano B sarebbe stato diventare giornalista, tanto che venni anche a Salerno per i test di ingresso nell’ateneo salernitano».
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