Ecco chi sono i nuovi poveri in provincia in Campania

In tanti chiedono aiuto

Don Nello Senatore parroco a Sant’Eustachio, uno dei quartieri più poveri di Salerno, assicura cn gradi sforzi pacchi alimentari a 200 e più famiglie, «ma riusciamo a dare loro solo un aiuto al mese che viene esaurito in pochi giorni», specifica don Nello. Il parroco aggiunge: «Il loro numero tende ad aumentare, ma lentamente, paradossalmente perché ha già raggiunto un livello notevole in questa nostra realtà. A preoccupare in aggiunta sono ora le nuove povertà».

Il sacerdote individua in questa categoria in particolare le famiglie di separati e divorziati, lì dove il reddito viene condiviso, ma le spese, ad esempio per una seconda casa, aumentano, portando alla povertà tante persone, specialmente gli uomini. In questa categoria di nuovi poveri finiscono così «impiegati, insegnanti e commercianti anche noti – ricorda il parroco -, persone che fino a ieri avevano una vita normale e che dopo la separazione sono in povertà». Difficile anche aiutarli: «Molti si vergognano a chiedere aiuto alla Caritas e si rivolgono riservatamente al parroco. Ho un gruppo di persone, ad esempio, che conosco solo io: la maggior parte sono separati, impiegati o commercianti.

E hanno pudore a rivolgersi agli enti assistenziali. Sono casi disperati, non solo dal punto di vista psicologico, non solo per la sofferenza causata dalla separazione dal coniugi e soprattutto dai figli. Nei loro volti la disperazione di chi è alla fame e in forma riservata si rivolgono a me, pregandomi di essere un volto nascosto».

IL POVERO A CUI NESSUNO PENSA
Don Nello ricorda quanto accadutogli negli ultimi tempi, con una delle persone che gli ha chiesto aiuto, uno di quelli che un tempo era lui ad aiutare gli altri. «Un mio collega insegnante – il parroco è ex docente di storia e filosofia in un liceo di Salerno – mi ha contattato dopo anni che non ci vedevamo, per un colloquio. Non immaginavo il motivo di quella richiesta. Ciò che è emerso nell’incontro, al di là della sofferenza per la separazione, era proprio la difficoltà di mettere il piatto a tavola.

Nei suoi occhi la disperazione. Mi raccontava di questi momenti disperati che lo avvolgevano soprattutto in queste giornate estive, quando la scuola è chiusa e il peso del disagio si sentiva molto di più». Sono proprio questi i nuovi poveri che soffrono ancor di più una condizione di povertà che mai avrebbero immaginato di dover affrontare. Perlopiù uomini che finiscono per avere problemi ad assicurarsi una casa e da mangiare e che comunque continuano a lavorare.

Anche perché comunque la maggior parte delle loro entrate deve servire, pena problemi penali, a sostenere il nucleo familiare dal quale è separato. Ed è tra questi chi si annida chi più di altro ha bisogno di un sostegno anche psicologico.

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