Il Consiglio di Stato annulla l’ordinanza di sgombero, ribaltata la sentenza del Tar
Ribaltata la sentenza del Tar che aveva dato ragione al Comune di Nocera Inferiore ed annullata di conseguenza l’ordinanza di sgombero dell’Ente. Ciro Paolillo, ex custode della scuola Solimena di via Nola, potrà restare nell’alloggio dell’istituto nocerino.
Per Palazzo Spada, vero è che l’immobile della scuola fu dato a Paolillo quale custode, ma all’epoca fu scelto lui perché terremotato e destinatario di container. Conseguentemente il Comune soddisfò entrambe le esigenze, la protezione della scuola e l’alloggio ad un terremotato.
Nel 2018 il Comune non fornì risposta a Paolillo, il quale chiedeva di rimanere lì o di trasferirsi in un altro alloggio perché terremotato. L’ente emise una ordinanza di sgombero. Due anni dopo ordinò che servivano i locali occupati da Ciro Paolillo per l’emergenza covid, senza fornire un alloggio.
“Sono contento, giustizia è stata fatta”, ha dichiarato Ciro Paolillo alla nostra redazione. Si chiude così una vicenda giudiziaria che ha visto lo studio legale Faraco – Belvisi, in particolare l’avvocato Salvatore Belvisi, difendere con tenacia le istanze dell’ex custode, nonché famoso fotografo di Nocera Inferiore. Soddisfatto l’avvocato difensore che, alla nostra redazione, ha spiegato anche alcuni aspetti della vicenda: “Quale difensore del Sig. Ciro Paolillo nella causa da lui promossa contro il Comune di Nocera Inferiore, per l’annullamento dell’ordinanza di sgombero, emessa a suo danno, da detto ente in data 23/06/2020 con n.31638, pertanto, esprimo la più ampia soddisfazione per il risultato ottenuto. Contavo davvero molto sulla serenità di giudizio del Consiglio di Stato nell’affrontare le delicate questioni ad esso sottoposte e relative a due ben distinti aspetti della vicenda. Mi riferisco al fatto che il Paolillo, pur se nominato custode del plesso scolastico Solimena di Nocera Inferiore con apposita delibera di Giunta, questa recitava, espressamente, che detto alloggio veniva assegnato anche perché sinistrato dal sisma del 23/11/1980. Lo stesso quindi, oltre al titolo di custode, in virtù del quale occupava legittimamente, fino al pensionamento, l’unità abitativa indicata, era anche portatore dei diritti, tutti, che gli derivavano dal fatto di essere stato terremotato e, pertanto, da riconoscere beneficiario dell’assegnazione di una unità abitativa, che il Comune stesso avrebbe dovuto mettergli a disposizione, una volta pensionato, ai sensi del disposto delle leggi e dei decreti emanati nel periodo del terremoto. Cosa che, sebbene chiesta più volte, anche a mio tramite dal Paolillo, l’Ente territoriale non ha mai ritenuto di dover fare. Tale omissione risulta ancora più grave ed imperdonabile se solo si considera che, dopo l’assegnazione dell’alloggio del custode, il Paolillo fu depennato dalle graduatorie predisposte per l’assegnazione di case popolari, perdendo, quindi, ogni diritto ad avere, oggi, dopo l’avvenuto pensionamento, una casa per la sua famiglia”.
Giuseppe Colamonaco