A partire da ottobre le bollette non saranno soltanto bimestrali ma anche mensili e il costo del gas sarà calcolato sulla base della media dei prezzi reali registrati sul mercato italiano Psv e non più del Ttf di Amsterdam
Passata quasi sotto silenzio, coperta dal fragore della fine della campagna elettorale è avvenuta una piccola, grande, rivoluzione. L’autorità dell’energia, Arera, ha accolto una richiesta promossa dall’Unione Nazionale Consumatori. Da ottobre le bollette del gas potranno essere mensili e non più bimestrali. Questo permetterà di controllare di più le spese future, facendoci capire quanto spendiamo di gas in un mese.
Ma la vera novità è un’altra. L’Arera ha deciso di sganciare il prezzo del gas italiano dal prezzo stabilito ad Amsterdam, borsa di riferimento dei prezzi europei del gas. Cosa vuol dire questo? Al momento poco, ma lascia spazio a politiche europee di intervento sul prezzo non più in mano alla volatilità delle speculazioni del mercato. In altri termini si passa dal prendere come riferimento non più le quotazioni a termine del mercato all’ingrosso di Amsterdam, il Ttf, ma la media dei prezzi effettivi del mercato all’ingrosso PSV italiano. Di fronte all’impennata delle quotazioni del gas (lunedì 26 settembre in calo sotto i 173 euro, ma arrivate ad agosto ben oltre i 300 euro al MWh), l’Arera, – si legge sempre nella nota -, ha deciso di sganciarsi dal mercato europeo e questo per poter “trasferire con tempestività ai clienti finali il beneficio di eventuali iniziative europee di contenimento dei prezzi delle commodity energetiche”.
Con il termine Commodity ci si riferisce alle materie prime, ovvero a quella particolare categoria di beni che viene scambiata sul mercato senza differenze qualitative. Si tratta più nello specifico di beni cosiddetti fungibili, che sono quindi sostituibili nella soddisfazione del bisogno cui sono collegati, indipendentemente da chi li produce.
L’ultima delle novità è che l’aggiornamento delle tariffe e quindi le variazioni di prezzo relative al gas saranno separate da quelle dell’elettricità. Il che significa che alla fine di questo mese, saranno aggiornate solo le tariffe della luce per i consueti tre mesi (con l’attesa di aumenti cospicui, visto che l’elettricità è legata al prezzo del gas), mentre per stabilire il prezzo del gas del solo mese di ottobre bisognerà aspettare i primi giorni di novembre. E così avverrà per i mesi a venire. Per Marco Vignola, responsabile del settore energia dell’Unione Nazionale Consumatori in tal modo “si potrà evitare di far pagare ai consumatori il prezzo folle del gas avuto nel mese di agosto che avrebbe mandato in tilt i bilanci delle famiglie”.
Arera prevede che, in caso di “ricalcolo” degli importi del costo della materia prima precedentemente fatturati, “gli operatori siano tenuti a darne opportuna informazione ai clienti”. In pratica, se la fattura ricevuta a fine mese non rispecchiasse gli andamenti reali del prezzo del gas, le differenze di prezzo eventuali saranno messe a conguaglio nella bolletta successiva. Ma questa novità, secondo Consumerismo no-profit, implica che: “Viene del tutto eliminata la trasparenza, perché i consumatori non potranno conoscere in anticipo il prezzo del gas, ma lo scopriranno solo dopo averlo consumato”.
NUOVI RINCARI PER LUCE E GAS
L’Arera ha rifatto i conti e a fine mese annuncerà l’adeguamento per le bollette. Ricordiamo che, secondo le stime di Assoutenti, ogni famiglia italiana si ritrova a pagare 1.231 euro in più rispetto al 2020 solo per le bollette di luce e gas (nei primi 9 mesi dell’anno, quindi senza il nuovo adeguamento), con la spesa per l’energia salita nel biennio 2021-2022 complessivamente del +92,7%. Nel 2022, per effetto dei rincari delle tariffe e nonostante le misure adottate dal Governo, la spesa complessiva per l’energia salirà quindi a 2.558 euro a nucleo (1.516 euro per il gas, 1.042 euro per la luce).
E le previsioni dell’associazione per il 2023 sono tutt’altro che ottimistiche. “Considerando l’attuale andamento in forte rialzo dei prezzi di luce e gas – dice Furio Truzzi, presidente di Assoutenti -, in assenza di un blocco nazionale o europeo delle tariffe e di interventi efficaci di contrasto, nel 2023 il conto per le forniture energetiche potrebbe raggiungere i 5.266 euro a famiglia: 3.052 euro per la bolletta del gas, 2.214 euro per quella della luce, con una crescita della spesa energetica del +300% rispetto al 2020”.
R.News
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