Maxi operazione della guardia di finanza. I particolari di un’indagine sulla Grande distribuzione organizzata con importanti imprese di centri commerciali e supermercati
Sono stati sequestrati complessivamente oltre 260 milioni di euro ad una serie di società, ossia l’ammontare della “evasione dell’Iva”, nell’inchiesta, condotta dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della Gdf di Milano e coordinata dai pm Rossato e Civardi, su una presunta maxi Frode fiscale da 1,8 miliardi di euro, nell’ambito della quale sono indagate anche, per la legge sulla responsabilità amministrativa degli enti, Gs e Auchan, colossi della distribuzione.
Allo stato delle indagini, spiega il procuratore di Milano Marcello Viola, il gip Crepaldi ha disposto “il sequestro preventivo di oltre 260 milioni di euro, nei confronti di 15 società, pari all’ammontare dell’Iva evasa”. Sessanta milioni di euro circa, dei 260 milioni complessivi, sono stati sequestrati in totale alle due catene della grande distribuzione.
IL SISTEMA TRUFFALDINO E IL COINVOLGIMENTO DELLE AZIENDE DELL’AGRO NOCERINO
I reati contestati sono associazione a delinquere e Frode fiscale e, in particolare, “dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti, omessa dichiarazione ed emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti”.
Le indagini dei finanzieri milanesi hanno permesso “di scoprire una Frode carosello Iva nel settore della Grande Distribuzione Organizzata (GDO)” con “l’emissione e l’utilizzo di fatture false per 1,8 miliardi di euro da parte di una articolata rete di società italiane ed estere”. Allo stesso tempo sono state effettuate “alcune verifiche fiscali condotte dall’Agenzia delle Entrate – Settore Contrasto Illeciti”.
Le società, chiarisce la Procura, avrebbero “sistematicamente effettuato l’acquisto della merce senza l’applicazione dell’Iva, sia attraverso la presentazione a fornitori italiani di lettere di intento mendaci, sia mediante il compimento di operazioni intracomunitarie non imponibili da parte di società cartiere (cosiddette ‘missing trader’) interposte all’interno del ciclo di fatturazione della merce”.
Così “le catene della grande distribuzione organizzata, beneficiarie finali della Frode, avrebbero ottenuto – spiegano i pm – un indebito risparmio d’imposta connesso all’omesso versamento dell’Iva da parte delle società missing trader” che agivano tra il Nolano e l’Agro nocerino sarnese.
Gli accertamenti, svolti anche “attraverso indagini finanziarie su una fitta rete di rapporti bancari, nonché l’analisi di copiosa documentazione contabile ed extracontabile, sono state ulteriormente supportate, per il tramite del Comando Generale della Guardia di Finanza, dalle informazioni pervenute dal canale di cooperazione di polizia denominato Empact (European Multidisciplinary Platform Against Criminal Threats)”. Le operazioni della Gdf sono in corso in diverse province, da Milano a Torino, Roma, Napoli, Ancona, Brescia, Lodi, Vicenza, Rimini, Padova, Salerno e Potenza.
IL RAGGIRO
Nove persone sono indagate per associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati fiscali, e sono agli arresti domiciliari, su ordine del gip Roberto Crepaldi, mentre altre quattro hanno ricevuto il divieto di esercitare imprese e uffici direttivi. Il giudice ha inoltre disposto il sequestro preventivo di oltre 260 milioni euro nei confronti di 15 società.
Secondo gli accertamenti del nucleo di polizia economico-finanziaria delle Fiamme Gialle, coordinati dal pm Nicola Rossato, è emerso che le società gestite dagli indagati avrebbero emesso e utilizzato false fatture per 1,8 miliardi di euro. In particolare, avrebbero sistematicamente effettuato l’acquisto della merce senza l’applicazione dell’Iva, sia attraverso la presentazione a fornitori italiani di lettere di intento mendaci, sia mediante il compimento di operazioni intracomunitarie non imponibili da parte di società cartiere interposte all’interno del ciclo di fatturazione della merce.
In tale modo le catene della grande distribuzione organizzata, Supermercati Gs (ora Carrefour Italia) e Auchan (indagate per legge 231/01), beneficiarie finali della frode, avrebbero ottenuto un indebito risparmio d’imposta connesso all’omesso versamento dell’Iva da parte delle società missing trader.