Ospedale Nocera, manca il neurologo ad agosto. Rete ictus solo dalle 8 alle 20

 Servizio solo per 12 ore. Nessun medico neurologo di notte sino al 30 agosto

Le attività della rete stroke (cioè ictus) si svolgeranno presso l’ospedale Umberto I sino al 30 agosto solo per 12 ore, dalle 8 alle 20. Il servizio riprenderà h24 dal 31 agosto.

È quanto deciso con una circolare dal direttore sanitario del Dea (Nocera-Scafati-Pagani) Maurizio D’Ambrosio e dal direttore rete tempo-dipendenti area critica Asl Salerno Fernando Chiumiento. Il tutto nasce dalla carenza di personale medico in Neurologia e dal contestuale periodo di ferie.

Inoltre, manca anche il servizio ambulanza amsa ospedaliera per il trasferimento di notte di un eventuale paziente in corso di stroke. Va detto che in caso di stroke (ictus), entro le 3/6 ore dall’evento acuto, si può intervenire con una trombolisi farmacologica e neurodiagnostica ed aspirare il trombo che permette al paziente, in una sostanziale percentuale dei casi, di non avere esiti invalidanti. La tempistica nell’ictus è fondamentale.

La programmazione delle ferie ed il trasferimento dei pazienti in altri ospedali, sono punti importanti di una struttura sanitaria ospedaliera, che vanno ovviamente organizzati al meglio. Non avere un neurologo di notte per agosto è come non avere un cardiologo per l’infarto acuto nelle ore notturne. L’Umberto I ha bisogno di più medici per affrontare eventi sia ordinari e sia straordinari.

Per non parlare della Neurochirurgia, reparto ridotto all’osso, dopo che 6 medici nel corso degli anni sono andati via. E di quello che fu un tempo un punto di riferimento per la regione Campania, rimane ben poco. Un ospedale che non garantisce 24 ore su 24 tutte le cure delle patologie tempo dipendenti a che serve? Ed andrà sempre peggio, perché la disponibilità dei medici sarà sempre meno.

A questo punto appare lezioso, se non irritante, quanto non una presa in giro, voler parlare di Dea di Nocera e Sarno: abbiate il coraggio di chiuderli, farne uno solo, o dire che sono ospedali di comunità. Per fare questo occorrerebbe una classe dirigente politica-amministrativa di cui si spera esista traccia e sappia farsi valere.
Rd

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