La situazione in cui versa Ortopedia all’Umberto I e gli errori della programmazione della Sanità sotto le spinte della politica e non solo
«Dovrà attendere 15-20 giorni per essere operata», di fronte a questa risposta, i familiari di un’anziana trasportano la paziente a proprie spese dall’Umberto I di Nocera al Ruggi: la donna dopo pochi giorni è tornata a casa.
Ortopedia a Nocera, rimasta solo con quattro ortopedici e il primario, sempre in corsa per ottenere una seduta operatoria in più, vista la carenza di anestesisti, ora deve dare una risposta anche all’utenza che un tempo si rivolgeva all’ospedale di Sarno. L’Ortopedia sarnese è chiusa, dopo le dimissioni di tre ortopedici per impossibilità di da re una risposta all’utenza.
Così Ortopedia a Nocera non può andare avanti, il personale sanitario e infermieristico si fa in quattro ma non basta: i pazienti vengono sottoposti ad intervento chirurgico anche dopo 10-12 giorni, termini inaccettabili, specie se ci si trova di fronte ad un anziano, per operazioni che dovrebbero essere garantite entro le 48 ore. Molte persone, così, vanno al Ruggi a Salerno e finiscono per ingolfarlo.
Purtroppo, vista la carenza di medici, la decisione politica e di piccolo potere di voler tenere aperti tutti gli ospedali finiscono per distruggere la rete di emergenza. Meglio un ospedale con tutti i reparti in funzione, che una galassia di strutture sanitarie tutte con pochi medici incapaci di offrire i servizi necessari.
La salute è una, la battaglia di campanile e quelle politiche la mettono a repentaglio. Un reparto deve funzionare se ha il personale al completo e non, per mantenere la bandierina, fidare sul rinforzo di personale che spesso si limita ad una sola unità. E così di rappezzo in rappezzo si va avanti: a chi conviene?